Caltanisetta e Roma, Salvatore Sciascia Editore, 2004
Questo studio inizia con citazioni dalle note di Montale sul Gattopardo, un
giudizio positivo che si è rivelato valido per il futuro nonostante lo
scetticismo di vari recensori e critici negli anni in cui il libro uscì e poi
in vari casi ancora fino agli anni Ottanta.
Il punto principale che viene messo in rilievo, come nel titolo del saggio,
e puntando sui racconti, è la tendenza autobiografica di Tomasi, interpretata
come una reinterpretazioni dei fatti tramite la scrittura per arrivare a uno
“spessore conoscitivo”: non si tratta dunque, osserva La Monaca, di quanto
Lavagetto indica come nascondimento rispetto alla realtà, al contrario il
“mentire” in quanto atto letterario d’autore, serve a esprimere il sé e il
mondo (p. 8).
Le tematiche sono “l’infanzia, il rapporto con i luoghi e le figure
genitoriali, il desiderio erotico, l’invecchiamento, la morte, la percezione
della crisi epocale” (p. 8).
La poetica dell’autobiografismo, paragonata da La Monaca a quella di Svevo
e Morante, si delinea in Tomasi inizialmente
tramite l’epistolario col suo “incedere diaristico” (p. 9) che poi si trasforma
in “proiezione del desiderio” tramite il passaggio alla letteratura creativa
negli anni Cinquanta. Frattanto si rivelano interessi per il genere biografico
anche nella saggistica. Si perviene alla scelta di un “diarismo dal quale venga
espunta l’esigenza epidittica, dimostrativa di sé, in cui l’autoritratto si
componga dalla trascrizione degli avvenimenti giornalieri” (p. 14) come pure
dalla rielaborazione della memoria (così per esempio nei Ricordi d’infanzia).
Particolare strategia di articolazione della memoria è “l’implicito”,
ovvero una “retorica della metafora che, attraverso ciò che viene detto, in
apparenza un elemento sostitutivo del vero tema, di fatto consente di
esprimere, seppure allusivamente, anche ciò che viene taciuto” (p. 23). E
chiave di volta per la comprensione della poetica della memoria è il saggio su
Stendhal, non solo per l’implicito, ma per la visualizzazione delle sensazioni.
e la loro “essenzializzazione e intensificazione” (p. 42).
I rilievi di quanto elaborato teoricamente sono compiuti su vari testi, tra
cui la Sirena.
Il saggio svolge dunque una ricognizione stilistico/tematica di Tomasi,
mettendolo in relazione ad altri classici del Novecento italiano e
recuperandolo a una poetica di interiorità.
[Roberto Bertoni]