29/09/12

Joe Wright, ANNA KARENINA



 UK e Francia, 2012. Sceneggiatura di Tom Stoppard. Con Keira Nightley, Aaron Johnson, Jude Law, Kelly MacDonald. 


È un film articolato, per via della sceneggiatura di Stoppard, secondo criteri tanto teatrali quanto cinematografici, che sfrutta le possibilità del palcoscenico senza ignorare gli effetti speciali, ma non utilizzando questi ultimi in direzione di una spettacolarizzazione banalizzata, come spesso si constata invece nei film commerciali, bensì per accreditare il concetto di illusione della messa in scena, con un richiamo alle avanguardie e fornire frattanto una lettura piuttosto fedele del testo di Tolstoj e una ricostruzione realistica quanto a costumi e comportamenti.

Si invertono talora le parti tra cinema e teatro, come quando la scena della corsa a cavallo e della caduta di Vronskij, per eccellenza destinata all’aperto, si svolge nello spazio chiuso del teatro. L’angolazione cui viene sottoposto il pubblico di questo film è talora quella dello spettatore teatrale, quando gli eventi si svolgono sul palcoscenico, talaltra, alla Pirandello (o si dovrebbe dire alla Stoppard, che già in ROSENCRANZ AND GUILDERSTERN ARE DEAD inseriva elementi di metateatro), chi guarda la pellicola vede il pubblico del teatro con la trasposizione tra recitante e spettatore.

Non che tutto ciò ostacoli lo svolgersi ordinato dell’intreccio e la comprensione, che resta chiara e trattiene l’interesse mentre stupisce in positivo per la sperimentazione formale, innestando un meccanismo di  osservanza della continuità e rottura delle attese del trito che in troppe pellicole contemporanee si sono fatte sempre più simili alle presunte realtà corrispondenti a cliché rappresentativi ripetuti allo stremo.

I temi di tradimento, valori etici, perdono, passione, gelosia, vendetta, anticonformismo, ipocrisia dell’alta società, disperazione individuale, suicidio sono ben espressi in questa versione cinematografica.

Restano inoltre la quadruplice modellizzazioni dell'atteggiamento nei confronti del rapporto di coppia, con spazio dedicato non sono a Anna e Vronskij, ma a Karenin, Stiva, Levin e Kitty.

È un bel film.


[Roberto Bertoni]