03/03/12

Angelo Pini, CHI TRACCIA IL LIMITE DEL GIORNO

Chi traccia il limite del giorno,
nessuno raccoglie luce,
nessun incontro nuovo col buio,
io a metà strada, cicatrizzo i confini,
queste ferite che hanno bisogno
di ricompensa, un dolce mattutino
oppure di notte che tu non voglia
un altro nome, a me bastano,
i soprannomi delle offese
quelle che all’oscuro, cagnare
di risa fischiano leggere
al lume di candela.
Il silenzio del sangue è una preghiera
d’un corpo civile e i passaporti
della luna,
tutta la massa campeggia alle frontiere,
di qui c’è un eternità
di là il c’è il seme diseguale del nuovo
sta a te decidere con i piedi
con gli umili piedi d’attraversare
dal verso comodo a un codice fantasma,
t’accorgerai che un poco sanguina
lì dovrai fermarti lieve.