11/12/11

Santiago Montobbio, VIDA SENTIMENTAL

Demasiados modos de interpretar la lluvia
ofrecen las películas; demasiados modos, demasiados ojos
y del todo excesiva esa facilidad como de postal ridícula
con que a medias entre copa y cigarrillo
los maquillados gestos de una imagen
sopesan, trituran, absorben y administran
distancia de muchacha; excesiva y también ridícula, eso,
más o menos eso es lo que me digo
cuando repaso el manual de adioses de mi vida
y desde él comprendo que es del todo cierto aquello
de que no suicidarme es algo que siempre me dio mucho trabajo,
que no suicidarme –ausencia, clínica y demás patéticos
retratos desbocados- en verdad ha sido para mí
la diaria gran tarea
y que por causa del afónico equipaje
que ha tenido a bien irme imponiendo el tiempo
a estas alturas ya sólo podría doctorarme
con una absurda colección de vaguedades que intentara hacer ver
a qué ruinosos extremos puede llevarnos la torpeza
si desde siempre ha dominado
la expresión de los afectos.


VITA SENTIMENTALE

Troppi modi di interpretare la pioggia
offrono i film; troppi modi, troppi occhi
e del tutto eccessiva questa facilità da cartolina ridicola
con cui a metà tra un bicchiere e una sigaretta
i truccati gesti di un’immagine
soppesano, trinciano, assorbono e amministrano
la distanza di una ragazza. “Eccessiva e anche ridicola”, questo,
più o meno questo è quello che mi dico
quando ripasso il manuale degli addii della mia vita
e da quello capisco che è del tutto certo il fatto
che il non suicidarmi è qualcosa che sempre mi è costato molto sforzo,
che non suicidarmi – assenza, clinica e altri patetici
volgari ritratti – per me è stato veramente
il grande compito giornaliero
e che per causa del muto bagaglio,
che piacevolmente ha dovuto continuare a impormi il tempo,
a un certo punto non potevo far altro che dottorarmi
con una assurda collezione di vacuità che tenti di far capire
a quali estremi rovinosi può portare la goffaggine
se da sempre ha dominato
l’espressione degli affetti.

[Traduzione di Clarissa Amerini]