09/11/11

Yu Sang-hon, 어쿠스틱 (OKUSUTIK), ACOUSTIC


[Night street (Seoul, 2011). Foto di Marzia Poerio]


Yu Sang-hon, 어쿠스틱 (OKUSUTIK), ACOUSTIC. Corea, 2010. Con Bek Jin-hi, I Hong-yon, Im Jun-il, Im Sul-ong, Kang Min-yok, Sin Se-kyeong

Ambientato in vari punti del quartiere di Hong-De, a Seùl, fulcro di cultura universitaria e musicale giovanile, i luoghi sono scelti con cura di ambientazione tra realistica e fantastica: il forno-caffè in cui si producono pane e dolci naturalisticamente connotati, ma il cui gestore è il creatore di canzoni di successo finite in mano di altri che le hanno rese famose a sua insaputa; il degrado di un cimitero delle automobili utilizzato per ambientare un episodio che si svolge nel futuro; interni di abitazioni disordinate e misere, un bar costruito con relitti degli anni Sessanta e così di seguito.

Questa visualità colorata e reticente è uno dei meriti del film assieme alla colonna sonora che ha avuto successo in Corea, con la canzone principale consistente di una strana interrogazione dell'attrice che se ne rappresenta autrice nella pellicola a un quadro raffigurante un broccolo, il che sarebbe un'ironia se la ragazza non fosse allo stadio terminale di una malattia grave.

Gli episodi sono al contempo indipendenti l'uno dall'altro, ma collegati dalla presenza di una chitarra (da cui il titolo), che passa di mano in mano, aprendo ogni volta l'episodio successivo, tranne l'ultimo, anch'esso con protagonista oggettuale una chitarra, ma altra dalle precedenti.

Se il primo episodio, poco sopra accennato, si apre su un dramma umano rappresentato con minimalismo tragico per la sua semplicità, anche l'ultimo, futuristico, ha un elemento di pathos, dato che mette in primo piano, in un futuro impoverito e scosso da battaglie aeree, la storia di una ragazza che ha perso un braccio, sostituito da un arto cibernetico, e che, attraverso la riparazione di un cellulare smart del nostro secolo da parte di un amico, ritrova in formato video l'episodio di guerra che ha determinato la scomparsa dei genitori.

Un film emblematico e non semplicistico nonostante la linearità stilistica adatta alle storie narrate.

[Renato Persòli]