03/04/10

Santiago Montobbio, EL ANARQUISTA DE LAS BENGALAS

Biblioteca Íntima, Barcellona, March, 2005


EL ANARQUISTA DE LAS BENGALAS è stato pubblicato a Barcellona nell’autunno del 2005 ed è stato finalista del Premio Chisciotte 2006 dell’Asociación Colegial de Escritores de España al miglior libro pubblicato nel corso dell’anno.

Le poesie della raccolta sono state scritte nel 1987 e risultano quindi contemporanee a quelle del mio primo libro e di altre pubblicazioni, a cui sono legate da un’intima coerenza, ma allo stesso tempo in esse si riscontrano modi di fare anteriormente assenti.

Le poesie della prima sezione della raccolta DESDE MI VENTANA OSCURA sono dunque vicine a quelle della prima sezione di HOSPITAL DE INOCENTES (Madrid, 1989) e a quelle di TIERRAS (Francia, 1996); questi componimenti sono o devono essere l’espressione di un’anima e alcuni forse sono riusciti ad essere spirito trascendente, nient’altro che coscienza.

Nelle poesie della seconda sezione, EL TEÓLOGO DISIDENTE, troviamo la poesia delle rappresentazioni, dove c’è anche verità e bellezza, che è presente pure nella quarta sezione, EL ANARQUISTA DE LAS BENGALAS, anche se i suoi componimenti assumono un aspetto diverso: in quelli della seconda sezione c’è una rappresentazione depurata, e in quelli della quarta vediamo che le fantasie simboliche hanno i tratti di una maggiore intimità e tristezza.

La terza sezione, LIMBO, è composta da testi in prosa e qualche aforisma, che pubblicò Miguel Delibes nel quotidiano “El Norte de Castilla”, e in qualche modo vi si mescolano componenti d’altri toni raggiungendo risultati che li rendono diversi da qualsiasi altro componimento.

Anche l’ultima sezione, CON BASTANTE OCTUBRE, apporta un nuovo respiro: c’è qualche poesia narrativa, con cadenze morali come quelle dell’ultima sezione di HOSPITAL DE INOCENTES, DRAMATIS PERSONAE, con la quale stringe legami, in generale, per l’andamento meditativo presente in tante delle poesie invi incluse.

Qui però si aggiunge un intenso lirismo, che seppur presente in altri miei libri, ora risulta più dominante. C’è in queste poesie una tristezza essenziale, che voglio pensare che ci salvi e ci restituisca. In tutti i componimenti c’è inoltre una palpitazione vera, e sarebbe bello che, nelle differenti forme che assume, arrivasse anche al cuore del lettore, realizzando un po’ quanto dice l’aforisma di Bergamín: “L’arte è arte di tremare, di commuovere di nuovo”. Dopo aver letto le mie poesie, Carmen Martín Gaite ha scritto: “mi hanno commosso in modo strano, perché escono da un pozzo molto buio e vero”.

Queste diverse poesie si intrecciano intimamente: alcune completano, spiegano e rendono possibile le altre. Con EL ANARQUISTA DE LAS BENGALAS il lettore può ora conoscere più a fondo la mia poesia e capire meglio in che cosa consista, sia nelle diverse espressioni che nell’insieme, e in questo risiede il motivo di maggior importanza della pubblicazione di questo libro.

Provo una grande allegria nel dare notizia della mia poesia in Italia e nella sua lingua (che è nei miei ricordi, dato che è una lingua che ho sentito parlare nella mia infanzia), e voglio in particolar modo esprimere l’onore che rappresenta per me l’invito a farlo dalle pagine di questa rivista.


[Testo di Santiago Montobbio. Traduzione di Nicoletta De Boni]