05/05/09

Reginald Gibbons, DUE POESIE


["Wind pushing the grass". Foto di Marzia Poerio]


Nota ai testi e traduzioni di Piera Mattei

Reginald Gibbons è autore di otto libri di poesia,il più recente è CREATURES OF A DAY (LSU Press 2008), finalista al National Book Award 2008. Ha inoltre pubblicato un romanzo SWEETBITTER (LSU 2003) e molte altre opere, tra cui un recente volume di traduzioni di Sofocle SELECTED POEMS: ODES AND FRAGMENTS (Princeton University Press 2008). È professore di English and Classics presso la Northwestern University a Evanston (Illinois) e a Chicago.

La poesia di Gibbons, nitida e scandita, è spesso questo toccare gli argomenti con la stessa circospezione con cui l'innamorato tocca, entrando in chiesa, la spalla dell'amata, "come vi fossero spine"; richiama così l'attenzione di lei solo per baciarla, tornando poi sui suoi passi (Worship). Violenza e normalità dell'esistere sono conpresenti altrove. In Her love c'è il riferimento a una ferita insanabile e che pure accetta, con riconoscenza, di essere lenita. La forza bruta, come minaccia che non si realizza, è protagonista in altre poesie (Adventure). La strada che segue la poesia tuttavia è, dovunque sia possibile, l'ascolto del suono che non può essere udito, la quiete, la meditazione che all'alba non fa richieste né s'interroga.


1.

QUIET

I was not disciplined enough
to rise at dawn, but when
I rose I left behind
rooms of furious thinking
so that I could watch,
atop this former mountain,
now a tumbled-down
small hill, the sun
reach into the lowest
least bush: it was
a last path that I climbed
to get to this ancient summit
hidden out in the grass-and-granite
open from the closed
customary places of thought.

So:
Wind pushing the grass
in flowing waves. Slow
brown wingbeats of a hawk.
And the lake below empties
itself of darkness like a mind
quieting.
There is no sound
of sound.
Only an echo
of what was not heard,
echo of that which
bells or chimes were long ago
invented to imitate.


QUIETE

Non ero abbastanza disciplinato
da levarmi all'alba, ma quando
lo feci mi lasciai alle spalle
spazi di incontrollate riflessioni
così di poter osservare, dall'alto di quella
che era stata una montagna
ed era una dirupata altura, il sole
distendersi dentro il più basso
e minuscolo cespuglio: era
un ultimo sentiero che salii
per raggiungere quell'antica sommità
appartata, nello spazio di erba–e–granito,
dai consueti chiusi luoghi di meditazione.

Allora:
Vento che spinge l'erba
in onde che si rincorrono. Lento
e scuro battere delle ali di un falco.
E il lago di sotto si svuota
d'oscurità come una mente
che s'acquieta.
Non c'è suono
di suono.
Solo un'eco
di quanto non fu udito,
eco di quanto, ad imitarlo,
campane e rintocchi di campane
in tempi lontani, sono stati inventati.


2.

HER LOVE

A man whose son has died has
to forgive the boys who
still live, when they come
up the street slowly in
a ragged group, talking, three
with mitts, one with the ball.
Should forgive, and does.
Because whatever first trust there was
in anything is gone now, anyway,


and what he could never think
of losing has been lost.
But the woman he loves
says we are not cups to be poured empty
and there's no measure in being mad.
So when she offers him what
she has, her love, he takes it
greedily, thankfully, glad.


L'AMORE DI LEI

Un uomo che ha perso il figlio
deve perdonare i ragazzi che
vivono ancora, quando risalgono
lentamente la strada in
gruppo spettinato, chiacchierando, tre
con guantoni da baseball, uno con la palla.
Dovrebbe perdonare, e perdona.
Perché qualsiasi speranza ci fosse all'inizio
di qualunque cosa, adesso è perduta, comunque,

e ciò che non poteva mai pensare
di perdere è perduto.
Ma la donna che ama
dice non siamo tazze da svuotare fino all'ultima goccia
e non c'è termine nella follia.
Così quando lei gli offre ciò
che ha, il suo amore, lui lo prende
avidamente, grato, contento.



QUIET and HER LOVE reprinted by permission of Louisiana State University Press from SPARROW: NEW AND SELECTED POEMS by Reginald Gibbons. Copyright © 1997 by Reginald Gibbons.