17/12/08

ANIMA DELL'ACQUA, Palazzo Reale (Milano)

Se è vero, come scrive Jung, che "l'acqua è il simbolo più corrente dell'inconscio" [1], non sorprendono il fascino esercitato da questo elemento nei secoli, la vastità delle sue applicazioni letterarie e artistiche e il riferimento costante che ne viene fatto nel campo culturale e antropologico.

La mostra milanese, a cura di E. Fontanella e C.D. Fonseca, propone un percorso attraverso opere che vanno da manufatti preistorici a quadri di vari pittori tra i quali Brueghel, Caravaggio, Segantini, Tintoretto, articolando il percorso espositivo in cinque aree tematiche: SOSTANZA ANTICA, la sezione forse più interessante, in cui emergono le allegorie cosmologiche, il riferimento alla fertilità, i rapporti tra acqua di vita e tanatologie; BELLEZZA E GIOVINEZZA; IL VIAGGIO, che comprende anche il viaggio di Ulisse (con uno straordinario dipinto vittoriano del 1909 di Herbert Draper, ULYSSSES AND THE SIRENS); TRASFORMAZIONE e PURIFICAZIONE.

L'acqua rappresenta la fluidità, l'elemento mercuriale, la metamorfosi, la ricerca dell'ignoto, l'interrogazione dell'identità, lo specchio di sé, la ciclicità, l'inizio e la fine della vita.

Se da tale ampiezza di possibilità si sarebbe potuta trarre una mostra infinita, è da apprezzare la chiarezza con cui i limitati motivi scelti dai curatori si manifestano.


NOTE

[1] C.G. Jung, OPERE, IX.1, GLI ARCHETIPI E L'INCONSCIO COLLETTIVO (scritti compresi tra il 1934 e il 1955), ed. in lingua tedesca 1976, Milano, Bollati Boringhieri, 1980, p. 17.


[Roberto Bertoni]