08/06/07

Deepa Mehta, WATER


[The flowing water showed what life is like... Foto di Marzia Poerio]








2005. Sceneggiatura di Deepa Mehta. Musica di A.R. Rahman. Con John Abraham, Seema Biswas, Manorama, Lisa Ray, Sarala.

Deepa Mehta iscrive questo terzo film nel ciclo degli elementi: fuoco, terra, acqua.

FIRE delineava la condizione femminile tramite la rappresentazione delle difficoltà matrimoniali e di un rapporto omosessuale tra due donne.

EARTH puntava sulla differenziazione di etnie e religioni.

WATER è ancora una volta su un aspetto della condizione femminile in India. Ambientato nel 1938 in un ashram, un ricovero riservato alla biancovestite come un carcere dopo la morte dei mariti per l'intera durata della vita, rileva l'atmosfera soffocante, caratterizzata da rapporti gerarchici e nata dalla prescrizione alle vedove di non risposarsi, fondata, come spiega uno dei personaggi, anche, e forse più che su motivazioni canoniche, su motivazioni economiche, ovvero bocche in meno da sfamare in famiglia.

Entra in questo luogo una sposa-bambina di nove anni, Chuya (l'attrice Sarala, di Sri Lanka, la quale, non conoscendo la lingua indi, ha imparato tutte le battute a memoria e le pronuncia con naturalezza). La sua presenza consente di vedere in modo ancora più paradossale la situazione, per il contrasto tra il modo di essere infantile e le problematiche che si trova ad affrontare, fino a un tragico finale episodio di prostituzione, cui viene costretta. Sarà un'adulta, Shakuntala (impersonata con intensità da Seema Biswas), a salvarla consegnandola a Narayan, rappresentante cavalleresco del ghandismo, il cui messaggio liberatorio si contrappone alle ideologie tradizionaliste (l'attore è John Abraham, abile nel mitigare con la leggerezza il ruolo d'impegno riservatogli).

Il padre di Narayan è aperto all'interrelazione tra le caste, ma ha avuto rapporti con Kalyani (Lisa Ray, attraente attrice dalle sfumature eufemistiche), l'unica vedova con i capelli non rasati perché anch'essa costretta alla prostituzione per pagare la pigione del ricovero. Tragico destino quello di Kalyani, che non anticipiamo e al quale crediamo non potrà reagire con indifferenza neppure lo spettatore incallito.

Deepa Mehta recita in questa pellicola, impersonando un eunuco, che nella conversazione lieve, in contrasto col ruolo di Caronte svolto trasbordando al di là del lago le due vedove più giovani per portarle nella casa del facoltoso cliente, riesce a sua volta ad alleggerire un film socialmente ed emotivamente tenebroso.

La regista mette in luce le questioni senza semplificare, né ricorrere a elementi troppo melodrammatici, ma anche non respingendo certi aspetti che si ritrovano nei film indiani, come la devozione amorosa in grado di andare oltre ogni altra considerazione, vincendo sul pregiudizio; la pietà che alla fine entra in contrasto con le prescrizioni e muove invece da mozioni individuali non conformiste, trovata dentro di sè autenticamente e non in ottemperanza cieca alle leggi; in breve si rovescia il tradizionalismo negativo senza negare i valori religiosi di per sè.

Il film non è stato girato a Varanasi, com'era nel progetto iniziale, perché al momento di iniziare le riprese, nel 2000, si verificarono proteste anche violente, che indussero a un trasferimento a Sri Lanka.

Struggenti le canzoni di A.R. Rahman.

Ottime le scene di esterni.

Il titolo è così chiarificato dall'autrice:

"L'acqua può scorrere, o essere stagnante [...]. Ho ambientato il film negli anni Trenta del Novecento, ma le persone che si trovano nella pellicola vivono secondo le prescrizioni di un testo religioso di più di duemila anni fa. Ancora oggi si seguono questi testi, pertanto ci sono tuttora milioni di vedove. Questa è, per me, acqua stagnante. Penso che le tradizioni non dovrebbero essere tanto rigide. Dovrebbero scorrere come l'acqua che reintegra" [1].

Proiettato inizialmente in Canada, solo ora WATER arriva nel circuito europeo dopo i festival e le anteprime spagnola del 2005 e svizzera del 2006. Da non perdere.


[1] Traduzione di un brano dell'intervista di Emmanuelle Levy con Deepa Mehta (http:// www. emanuellevy. com/). Una testimonianza sulle proteste contro il film a Varanasi è quella di Jasmine Yuen-Carrucan (http:// www. brightlightsfilm. com/). Tra le recensioni, cfr. in particolare quella su WIKIPEDIA. Su "Carte allineate", sul problema espresso in WATER, ma con diverso e non centrale trattamento da parte dei registi, cfr. DOR (n. 2, 17-2-2007) e BAABUL (n. 5, 23-5-2007).


[Renato Persòli]