01/05/17

Marina Pizzi, DIVE ELEMOSINE - 2015 (STROFE 67-71)



[Not terrible, maybe just a fact, the salted atmosphere in that place… (La Spezia 2017). Foto Rb]


67.

Una salsedine terribile uno squarcio
Questo cimelio di cimitero
Robusto più del tornare
A vivere felici.


68.

Acrobata e bavaglio il giorno
Cielo d’occaso anima e sudario
Vespertino scoglio di non patire
Aggiogando le ruspe verso i cimiteri
Giogo maritale le finestre condivise
Per non spirare adesso come fogne
Di lotte senza caviglie ballerine.
Una straniera stasi mi perseguita
Come stessi sempre alla frontiera
A chieder di entrare. Furtiva scheggia
Amare chi fosti l’oltre degl’infermieri
Ammansire il cadavere alla vista
È divo il Sire che rinasce sùbito
Sotto le valanghe di debiti e crediti.
È estate e si soccombe facilmente
Dietro le fughe dei randagi che dimenticano
Il canto di alleluia mai a soccorso d’anima
Fasulla cornucopia in piazza di patibolo.
Il pensile all’ingresso raccolse fotografie
Oggi scomparse come la famiglia.
Vado a tramare una giornata fatua
Dove il filo del controllo di campare
Sia in ferie, felicità il trucco teatrale.


69.   

Dal ritmo della voce voglio morire
Signora e contrabbando del mio sangue
Gli occhi di ruggine e i fagotti
Intrusi nel diabolico chetare.


70.

È stato eletto l’indice del giorno
La pattumiera colma da dover spartire
Sotto il sole ingenuo, credulo di fasti.
E l’angoscia si apparta ancora una volta
Sotto il diluvio di non crescita, ma sciame
Perdere il tempo patriarcale plauso.


71.

Imbroglio di caligine volersi bene
Sotto le rotaie che sono le giraffe
Di povera gente dentro il demonio
Oscuro più dell’apice dell’ernia.
Nacqui qualunque in un ergastolo
Guardato a vista dalla morte
Di già faraona di demenza
La festa di battesimo equoreo-
Mortale tale e quale alla bestemmia
D’anima natale.
In tutta acredine mi durò la vita
sconquasso quanto un eremo
al terremoto infisso.


Strofe precedenti di “Dive elemosine” sono apparse su altri numeri di Carte allineate.