Federico Bertoni, Realismo e letteratura. Sottotitolo:
Una storia possibile. Torino, Einaudi, 2007
Il sottotesto del saggio pare essere quello
della non oggettività della realtà, da cui discende la presenza del realismo in
quanto interpretazione e modalità espressiva plurale. Per correre subito alle
conclusioni, Bertoni propone, appunto pluralisticamente, “diversi livelli di
articolazione attraverso i quali leggere e scomporre qualunque fenomeno di
scrittura realistica”. I livelli sono quello tematico-referenziale, quello
stilistico-formale, quello semiotico e quello cognitivo (pp. 315-316).
Se l’idea di mimesi risale alla Repubblica di Platone, coincidendo con
una condanna (p. 43), risale ad Aristotele la convinzione che “le forme delle
cose esistono nelle cose stesse” (p. 47), da cui la giustificazione delle
estetiche imitative, compensate però dal fatto che il filosofo greco intuì “duemila
anni prima di Balzac, che spesso il ‘vero’ non è ‘verosimile’” (p. 52).
Muovendo attraverso i secoli, fin dal
Cinquecento si presenta, nel canone dell’imitatio,
la “questione di cruciale portata teorica” dell’“alternativa tra modello
culturale e modello artistico”, cioè: “la letteratura parla del mondo o parla
della letteratura?” (p. 63).
[Roberto Bertoni]