05/08/14

Alda Merini, LA TENZONE

Con un disegno di Barbara Brugola. Milano, En Plein Officina, 2002


Si deve all’editoria artigianale e meritoria di Meri Gorni questo libricino elegante, con copertina grigia, rilegato a mano, dunque libro in quanto oggetto prodotto con attenzione a in contrasto con la massificazione.

Il contenuto è una serie di quattro poesie.

Se un “fiore appassito”, nel secondo componimento, ricorda la “tenzone” amorosa del titolo, ma più in profondo, sotto l’immagine frusta, si profila una fiaba mefistofelica col “soffio pestifero di una donna” che “ha bruciato i tuoi rami”, a latere, nel campo metaletterario, e annunciato nel prologo del primo componimento, “niente è rivelatore come un verso” che toglie ogni “maschera segreta”, infine l’enigma: “Le regole dei poeti escono in pause immeritate”, un verso conclusivo del prologo e aperto a varie interpretazioni.

Icastica la chiusa del quarto componimento:

“La magia dell’universo
è in tutti i vasi vuoti
che non hanno colore,
sembrano di Murano e sono vetri”.


[Roberto Bertoni]