[What legacy shall we leave to our future? (Busan 2013). Foto Rb]
Racconti di E. Affinati, A. Asor Rosa, S. Bartezzaghi, A.
Celestini, D. De Silva, P. Di Stefano, M. Fois, R. Loy, M. Murgia, A. Pascale,
W. Siti, S. Vassalli. Torino, Auinaudi, 2008
Il libro si proponeva di colmare un gap
di disinteresse nei confronti della politica da parte della letteratura.
Se l’intenzione è lodevole e si inserisce in vari tentativi di rilancio
dell’impegno dell’ultimo decennio, il risultato lascia un che stupiti.
Stranamente in tutti questi racconti la politica contemporanea sembra
ridursi a corruzione, malversazione, testimonianza individuale di personaggi
poco connessi con movimenti, partiti e collettività.
Al di là di rivisitazioni, anche stilisticamente intense del passato, come
quella dei primi decenni del Novecento da parte di Fois, e la biografia
familiare di Asor Rosa, che ha un suo valore di cronaca storico-documentaria,
si resta in una dimensione più propriamente di riflesso sociale che politica.
Anche il racconto di Siti di resa di un personaggio neo-fascista è in
ultima analisi poco mimetico e ne fa alla fin dei conti un individuo comune,
non diverso più di tanto dai suoi simili di opposta ideologia. Dunque qualunque
ideologia è egualmente valida? Non a nostro parere.
Si distingue, accanto a Fois, Loy, che ripercorre con tendenza documentata e
calzante, accompagnata da metafore tratte dal mondo della natura quale
testimone inerme e perenne del leopardiano agire degli esseri umani, la vicenda di
due omicidi “eccellenti” degli anni Novanta relazionati con l’inizio
delle indagini di “Mani pulite”.
[Roberto Bertoni]