19/08/11

Stéphane Hessel, IMPEGNATEVI!


[Contemporary humankind as seen in an Eastern city (Seoul 2011). Foto di Marzia Poerio]


Intervista a cura di Gilles Vanderpooten. Trad. di Francesco Bruno. Milano, Salani, 2011

Nel 2010 il pamphlet di Hessel, INDIGNATEVI!, aveva ottenuto primati di lettura, dimostrando di innestarsi su problematiche sentite in questa era di difficoltà per costruire una sensibilità politica nonostante la gravità dei problemi, soprattutto l’impoverimento e la disoccupazione, che colpiscono ampi strati sociali anche in Europa, oltre alle emergenze mondiali della fame, dell’ecologia e del non rispetto dei diritti umani.

In questo secondo testo, Hessel si riallaccia all’esperienza resistenziale in quanto momento di stacco rispetto proprio alla soppressione dei diritti di cui sopra, ma sottolineando con decisione il pacifismo e la condivisione di una democrazia attiva e collettiva che respinga la violenza: “resistere significa che siamo circondati da cose scandalose che devono essere combattute con vigore” (p. 16); “oggi è riflettendo, scrivendo, partecipando democraticamente all’elezione dei governanti che si può sperare di far evolvere intelligentemente le cose: insomma, con un’azione a lunghissimo termine” (p. 17); ma “non è con delle azioni violente, rivoluzionarie, rovesciando le istituzioni esistenti, che si può far progredire la storia” (p. 21).

Da un lato, viene proposta un’attivazione della coscienza degli individui che porti ad azioni responsabili; dall’altro si insiste su una rivalutazione degli organismi internazionali come l’ONU. In particolare, Hessel insiste, giustamente, sugli elementi di base messi talora in secondo piano nelle ideologie, o perché soppressi da regimi autoritari, o perché sottaciuti anche in determinate manifestazioni progressiste come se facessero parte del cosiddetto buon senso, peggio tacciati di idealismo, invece che dimostrarsi fondamenti di civiltà, dunque anche di ogni iniziativa politica. In appendice è appunto riprodotta la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, che colpisce alla rilettura per la linearità laica e la correttezza di impostazione per chi sia favorevole a una prassi fondata utopicamente, con rilancio intenzionalmente antimachiavellico, sui principi che rendono vivibile e socializzabile la comunità.

Hessel insiste anche sulla ripresa delle solidarietà, soprattutto in prospettiva ecologista; e su un’integrazione equilibrata tra locale e globale.

Lo slogan che coglie la situazione non solo dei paesi meno sviluppati, ma anche dell’Occidente, è “lottare contro la disperazione” (p. 40), ovvero un salutare ottimismo della volontà.

[Roberto Bertoni]