17/01/11

Ki Min Soo, 그바보 (KU PABÓ). QUELLO SCIOCCO


[Seoul General Post Office (2010). Foto di Marzia Poerio]

Sceneggiato televisivo in sedici puntate, Corea 2009. Titolo in lingua inglese: THAT FOOL; noto anche col titolo THE ACCIDENTAL COUPLE. Con Baek Sung Hyun, Hong Ji Young, Hwang Jung Min, Joo Sang Wook, Jun Mi Sun, Kim Ah Joong, Kim Kwang Gyu, Lee Chung Ah, Lee Soo Young, Yoon Joo Sang, Yun Mi Joo

Han Ji Soo è un'attrice famosa, fidanzata segretamente da sette anni con Kim Kang Mo, figlio di un uomo politico che si è candidato alla carica di sindaco di Seùl e per portare avanti la campagna elettorale fa fidanzare il figlio con la figlia di un imprenditore potente e importante, per cui Kang Mo promette a Ji Soo di sposarla quando il padre verrà eletto e lui potrà allora chiudere il fidanzamento con l'altra. Tuttavia, quando l'imprenditore scopre la relazione del futuro genero con l'attrice, che risulterebbe inaccettabile alla rispettabilità borghese della famiglia del politicante oltre che naturalmente a quella della fidanzata ufficiale che è tra l'altro effettivamente innamorata di Kang Mo, il padre di quest'ultimo organizza un falso matrimonio tra Jin Soo e un fan dell'attrice, un impiegato postale ingenuo e di buon cuore, Dong Baek, che si presta al trucco, non volendo nessun compenso in cambio, soltanto per essere di soccorso all'attrice che idolatra. Kang Mo non solo è al corrente di tutto, ma ne è attivo coautore e poco per volta si coinvolge sempre di più nella trama del fidanzamento fino al punto di assumere responsabilità di rilievo nell'impresa del futuro suocero e di promettersi realmente in matrimonio per opportunità politico-economica alla figlia di lui, al che Jun Soo, fino a quel momento disponibile a questi inganni per amore di Kang Mo, si sottrae. Un giornalista, nemico politico del padre di Kang Mo, fa sapere alla fidanzata ufficiale di lui della relazione con Jin Soo, per cui la figlia dell’imprenditore rompe il fidanzamento. Kang Mo tenta di nuovo di illudere con raggiri Jin Soo, ma ormai tra lei e Kang Mo si è instaurato qualcosa di più di un rapporto di amicizia e solidarietà. Poco per volta, l'impacciato ma sincero Dong Baek, che si è innamorato quasi subito dell'avvenente e simpatica Jin Soo, si è insinuato nel cuore della giovane, tanto che, rivelato in pubblico il raggiro col rischio di perdere la propria fama e posizione, Jin Soo alla fine lo sposa davvero.

Ci ha colpito il carattere di improbabilità del motivo motore dell'intreccio: il falso matrimonio, difficile da sostenere narrativamente, eppure così simile, pensando alla tradizione occidentale, alla commedia dell'arte, per esempio; e, una volta sospesa l'incredulità, si entra in sintonia con questi personaggi così ben recitati soprattutto dai due protagonisti, Hwang Jung Min nella parte di Goo Dong Baek e Kim Ah Joong in quella di Han Ji Soo.

Sul versante commedia, la caratterizzazione è ben eseguita e piuttosto divertente nel moltiplicarsi di colpi di scena e degli equivoci.

Contemporaneamente si assiste a una storia d'amore delicata in cui l'autenticità emerge come il valore positivo dominante, opponendosi ai giochi di corridoio, all'inganno e forse soprattutto al potere e alla ricchezza. Con Kang Mo, Ji Soo piange sempre ed è di cattivo umore o in preda all'ansia, costretta all'ipocrisia e incapace perfino di accorgersi per parecchie puntate di quanto venga manipolata e usata. Invece, con Dong Baek la ragazza poco per volta si apre emotivamente, sorride, riconquista il gusto per i sentimenti, le azioni e i comportamenti più semplici e anche originari della sua costruzione di personalità, dato che all'inizio si era dedicata alla carriera di attrice per aiutare la madre malata e non per voracità di notorietà e beni materiali.

Quindi abbiamo una chiara contrapposizione di mondi, determinata non solo dal contrasto di classe. Il mondo dei poveri viene in generale preferito come depositario di qualcosa di più vero e sincero, ma senza troppe concessioni all'idealizzazione, anzi piuttosto con accentuazione delle qualità morali e psicologiche delle persone rispetto ai bizantinismi di comportamento di coloro che si ritengono furbi e sofisticati, ma in verità corrompono e manovrano con egoismo, creando costantemente infelicità intorno a loro nonché per sé medesimi. In questa, che in tanti modi è una fiaba moderna, ciò che prevale insomma, alla fine, è la bontà, l'altruismo e l'autenticità rispetto alla junghiana Maschera. Alla fin fine, chi soffre è chi è più sensibile, anche al di là delle differenze di classe, come la fidanzata ufficiale di Kang Mo, un'innocente che usa positivamente la posizione sociale e il denaro per promuovere le arti e ha sentimenti genuini.

Sul piano della politica, sembrerebbe suggerita l'ipotesi che la corruzione e l'uso scorretto del potere siano quasi inevitabili. Tuttavia, per l'azione di un giornalista onesto e sotto la catena del destino e dell'autodistruzione che la sete eccessiva di sopraffazione provoca nei personaggi, i progetti inconsulti e distruttivi dei disonesti vengono sconfitti, per lo meno momentaneamente.

Si ha poi una contrapposizione tra il realismo machiavellico, qui chiaramente rappresentato, e l'idealismo della vita basata sull'accontentarsi di quel che si ha e sulla repulsione delle lusinghe dell'eccesso di denaro, con la ricerca al contrario di una contentezza serena che alla fine premia, conducendo i protagonisti all'autorealizzazione in una dimensione comune che comprende anche la piccola comunità di familiari, amici e conoscenti formatasi nel frattempo.

Non possiamo negare di avere aderito emotivamente a questo sceneggiato, che intrattiene in modo ironico e sentimentale, ma anche con buon gusto e tramite l’approccio delicato nella rappresentazione delle emozioni positive.

Sicuramente le serie televisive hanno un sottofondo commerciale, insistono su elementi di ritardo e ripetitivi per prolungare la suspense e si servono dei sentimenti per incollare l'attenzione. Tuttavia, francamente, perché a volte vengono criticate quasi per partito preso, come se di per sé, in quanto serie, fossero alienanti e sbagliate? Noi abbiamo trovato THAT FOOL un lungo film che parla al cuore e all'intelligenza, oltre a non escludere l'azione per tenere da parte non solo le negatività etiche personali, bensì anche quelle politiche, lanciando messaggi che in definitiva sono democratici e progressisti.

[Renato Persòli]