27/01/11

Angelo Tonelli, L'AIRONE, NELLA SERA


[High intensity stone. Foto di Marzia Poerio]


Si creano intensità, e si disfanno,
che ne ridiamo forte di sera, in lungofiume,
quando gli uccelli piegano le ali
sotto le nubi basse, e le foglie
vibrano al vento tiepido dell’est.
Sprofonda nella quiete della notte, l’indomabile,
il giorno e a miriadi
ci siamo amati odiati complicati,
in trame d’infinito e tempo breve
o eterno a seconda che l’anima
si accorci o si dilati nell’aión. Ci siamo
comunque inebriati della vita, la possente – caracolla
a pelo d’acqua la carogna
disfatta dell’animale, l’innocente
straziato – e adesso contempliamo
la quiete della sera, tutti umani
e raccolti, bozzoli
di cosmo. Fila via,
silenzioso, l’airone, nella sera.



NOTA

Enfasi emotiva con l'aggettivazione del tipo "possente", "indomabile" e il metasostantivo "intensità" che rimanda tanto alla sua definizione psicologica quanto a quella del linguaggio utilizzato in questa poesia di individui addirittura "inebriati dalla vita", un'intossicazione vitale che ha come corrispettivo un opposto anch'esso totale, thanatos, con connotazioni di deperimento ("la carogna / disfatta"), ma un'allusione all'impermanenza, alla labilità, nell'airone (volatile in quanto simbolo junghiano dello spirito?) notturno, adenico (dell'Ade). Frattanto il rapporto di somiglianza e integrazione sinestetica tra paesaggi di "nubi basse" e l'"anima". In fondo era il cuore, il sentimento, a definirsi come possesso effimero e poi perdita?

[RB]