1.
In questa stanza
di mani rigide
pronte alla stretta
so che non sarà
il mio volto
a esser scelto:
è il calcolo programmato dei nomi
la distinzione netta
tra chi può sedere sicuro
e chi dovrà alzarsi
prima del tempo.
2.
Sono nubi scure
a fermarsi
davanti al volto
così mi preparo
a piovere
e batto
batto sul tavolo
di casa
e tutto intorno.
3.
Senza treni
ad aspettarmi,
mi dico
che questa gente
è solo riflesso
dell’orario stabilito.
Sarà perché non ho nulla
di cui lamentarmi,
nulla,
neanche di questo vuoto
che a fatica
si ingoia
e mi rigetta
intera e senza aspetto.
L'anonimato, lo scambio tra soggetto e cosa, tra io e terza persona, il diaframma tra chi enuncia e gli altri, la perdita di "aspetto". Una dizione ferma e chiara. Il lessico di alta leggibilità. La poesia come immagine del quotidiano e pensiero esistenziale. Laura Accerboni vive a Genova. Alcuni suoi testi sono stati pubblicati su "Poesia".