07/12/09

George Orwell, A CLERGYMAN'S DAUGHTER

Londra, Gollancz, 1935. Ora Londra, Penguin, 2000

l romanzo segue le vicende di Dorothy, figlia del Reverendo Charles Hare. Occupandosi del padre e della parrocchia, sotto il controllo severo del genitore, corteggiata dal dongiovanni Warburton, perde un giorno la memoria e si allontana dal villaggio in cui risiede, Knipe Hill. In paese si grida allo scandalo, dato che Warburton è partito lo stesso giorno, si crea la leggenda che siano fuggiti insieme. In realtà Dorothy, a causa della tristezza della sua vita, inconsciamente per negarla, ha perso la memoria; si ritrova a vivere di lavoro agricolo alla giornata nella campagna inglese, quindi a Londra dove finisce tra i diseredati ed è imprigionata per aver mendicato.

La salva dal carcere un parente londinese che le trova un lavoro di insegnante in una piccola scuola privata in cui è vessata da una direttrice avara e incapace di umanità, pronta a smantellare i buoni principi pedagogici di Dorothy pur di compiacere i genitori paganti delle scolare, non interessati a un'istruzione vera e approfondita.

Licenziata per far posto a un'insegnante in grado di portare alla scuola altre allieve paganti, Dorothy viene riscattata dall'indigenza da una lettera del padre e dalla presenza di Wanburton, che decide però di non sposare. Nonostante abbia perduto la fede, condurrà una vita di stenti presso la parrocchia, un’esistenza tuttavia che, per la sua routine, le dia un "sense of purpose".

Fine delle illusioni, rassegnazione, quotidianità in cui perdersi. Le ultime righe del romanzo vedono la protagonista col "problem of faith or no faith vanished utterly from her mind", restando semplicemente il farsi buio, le attività pratiche di tutti i giorni: intenta nel finale a un lavoro di incollaggio, "she worked on, pasting strip after strip of paper into place, with absorbed, pious concentration, in the penetrating smell of the glue-pot" (p. 292), dove la colla è anche una metafora di attaccamento a quella vita comune e grigia.

Il romanzo riesce a rendere con realismo e penetrazione psicologica la figura della protagonista, assegnata non solo a una tipologia definita dal titolo, ma capace di modificarsi nel corso del romanzo, di venire a termini col mondo dei diseredati e con se stessa.

Marcato è il tema del contrasto di classe, riposto nei fraseggi popolareschi riferiti nel testo e sottolineato dalla differenza dell'accento cólto dell'eroina.

Da un lato, la predilezione di Orwell per le ambientazioni sociologiche, evidente nelle sue inchieste sociali anche di carattere saggistico, qui emerge come ambito di accompagnamento della narrativa; dall'altro, sia come sviluppo della figura della protagonista, sia come descrizione di contorno, c'è un riferimento all'Inghilterra vittoriana, alle sue sopravvivenze negli anni Ventie Trenta del Novecento; e a Dickens, uno degli autori di cui Orwell si occupò e che, tra i modelli di scrittori che si erano interessati delle classi meno privilegiate, riteneva un “bourgeois”, ma allo stesso tempo un “radical subversive writer, one might truthfully say a rebel” [ESSAYS, London, Penguin, 2000, p. 36] perché aveva messo in evidenza i limiti delle istituzioni inglesi come il sistema educativo e l’ingiustizia. Tuttavia Dickens non era stato, secondo Orwell, un “proletarian” o “revolutionary writer" perché, sebbene persuaso della corruzione della società, la sua critica era di carattere morale, attribuibile alla natura umana [ESSAYS, pp. 36-37] e rimediabile con riforme della mentalità degli individui anziché con la rivoluzione. Secondo Orwell, l’idea di Dickens era che “if men would behave decently the world would be decent” [ESSAYS, p. 38].

In A CLERGYMAN’S DAUGHTER, Dorothy, dunque, resta nella propria condizione, dopo l'esperienza del proletariato e dell'oppressione, per necessità di veridicità, di fedeltà alla figura sociale che rappresenta?

Eppure, in lei, ciò che risalta è proprio l'aspetto etico, la coerenza personale, la pazienza nei confronti delle avversità, perché "it's the things that happen inside you that matter [...]. Things change in your mind, and then the whole world changes, because you look at it differently" (pp. 272-73).

Come altri personaggi dei romanzi orwelliani di quel periodo, in particolare BURMESE DAYS e LOOKING UP FOR AIR, Dorothy è perdente, ma ha in sé un peso di testimonianza sociale ed esistenziale che la riscattano dal ruolo di eroina, assegnandole connotati di umanità e complessità.

Non amato da Orwell, A CLERGYMAN’S DAUGHTER pare invece ben rappresentativo del periodo in cui fu scritto, dettagliato nella varietà di riflesso sociale, abile nei linguaggi usati, scorrevole e non banale.


[Roberto Bertoni]