2008. Titolo italiano THE MILLIONAIRE. Basato sul romanzo Q & A di Vikas Swarup. Sneneggiatura di Simon Beaufoy. Fotografia: Anthony Dod Mantel. Musica: A.R. Rahman. Con Rubina Ali, Sanchita Choudhary, Azharuddin Mohammed Ismail, Anil Kapoor, Irrfan Khan, Ayush Mahesh Khedekar, Madhur Mittal, Dev Patel, Freida Pinto.
Chissà perché, invece di equivalenti nella nostra lingua, nella traduzione italiana viene utilizzata la parola inglese "the millionaire", visto che il titolo originale non è questo, bensì "slumdog millionaire". Comunque...
Jamal, un giovane che serve il tè il un call centre e proviene da un quartiere poverissimo, partecipa a una trasmissione a quiz in tv, riuscendo a rispondere a tutte le domande, tanto da guadagnare venti milioni di rupie nonostante sia cresciuto senza ricevere un’istruzione formale in un quartiere poverissimo di Mumbai.
Jamal riesce a fornire sempre le risposte giuste a causa di una formazione acquisita per esperienze di vita, come spiega a un commissario di polizia dopo essere stato arrestato al decimo milione per il sospetto di essersi fatto passare le domande. La fortuna lo assiste in quanto le domande che gli vengono rivolte corrispondono alle poche informazioni che conosce.
Le scene della trasmissione televisiva si alternano a quelle dei ricordi biografici da cui sorgono le risposte corrette, per cui di fronte allo spettatore si dipana un’esistenza che fin dall’infanzia è caratterizzata dalla miseria, dal conflitto interreligioso, dalla violenza, dalla criminalità e da un amore indistruttibile per una ragazza di nome Latika, che riuscirà infine a concretizzarsi, proprio in concomitanza col quiz televisivo (cui il protagonista partecipa per ritrovare l’amata, finita preda di malviventi di una banda in cui è coinvolto Salim, il fratello di Jamal).
Il diplomatico indiano Vikas Swarup, autore del romanzo da cui è tratta la pellicola, dichiara: “Volevo attingere al fenomeno globale dei quiz televisivi e del racket che ad essi si accompagna, ma da un’angolazione fuori degli schemi. Mi ero inoltre imbattuto in un servizio sui bambini delle baraccopoli […], il che mi ha portato a giustapporre la modalità dello spettacolo a quiz con la storia di vita di un concorrente piuttosto atipico, un cameriere diciottenne, squattrinato, residente nella maggiore baraccopoli dell’Asia. Volevo dimostrare che la conoscenza non è appannaggio dell’élite istruita e che anche a un ragazzo cresciuto per la strada può possedere la sapienza necessaria a vincere un gioco a quiz” (Swarup Interview).
Se le pagine del romanzo scorrono agevolmente per merito della leggerezza positiva dello stile di Swarup senza perdere in intensità e impegno, nel film la drammaticità degli avvenimenti narrati (che vanno da una corte dei miracoli in cui vengono cinicamente accecati i bambini per mandarli a mendicare, alla criminalità organizzata, alla violenza tanto del fanatismo quanto della polizia) è presente con una tecnica da presa diretta, ma rappresentata al contempo con una ironia che, mentre condanna, riesce a non presentarsi con toni di rigonfiamento spettacolare.
La personalità introversa di Jamal è ben evidenziata e costituisce quasi un contrappunto di flemma al mondo caotico che lo circonda (ma è costante il suo entusiasmo passionale per Latika).
Il mondo del cinema è presente con la passione dei ragazzini, nei riferimenti ad Amitabh Bachchan e nella recitazione di altri attori indiani noti (Anil Kapoor e Irfaan Khan).
È un bel film.
[Renato Persòli]