11/07/08

Ha Jin, IN THE POND


[Going to work, and tree (At the Bayon, Angkor). Foto di Marzia Poerio]


IN THE POND (1998), Londra, Vintage, 2001.

Vittima di vessazioni da parte di due funzionari di una Comune nella Cina di qualche decennio fa, Bin ingaggia una battaglia dei manifesti, contando sulle proprie capacità artistiche di autodidatta, e non senza efficacia, vinto inizialmente di continuo da chi lo vuole escludere da promozioni e avanzamenti. Riesce a coinvolgere un giornale locale, poi un altro a livello nazionale, fino a quando si rivela non solo particolarmente abile, ma pericoloso; e chi detiene il potere locale, per non perderlo, e perché tutto continui invariato, propone a Bin una promozione; col che, da un lato ottenuta giustizia e recuperata un’immagine non del tutto negativa della burocrazia di stato, la ribellione di Bin si tacita ed egli acquisisce fedeltà verso le istituzioni che lo premiano, secondo la vecchia massima, riportata nel testo, che laddove non si riesca a sopprimere, si può incamerare con premi.

Si tratta di un romanzo, dunque, sui vizi del potere, ben ambientato nella provincia cinese, in un mondo antropologico chiuso e soffocante nelle sue norme; in cui l’ostinazione e la ricerca della verità vengono remunerate, ma si pagano prezzi in termini di coerenza e di onestà.

C’è un’epigrafe tratta da Gogol, appropriata, dato che la narrazione è percorsa dal senso del grottesco.

Il meccanismo strutturale è cumulativo: da un evento minimo ne scaturiscono conseguenze a ripetizione che si sommano fino alla soluzione finale.

Dialoghi divertenti, citazioni di proverbi, abilità da parte dell’autore di smascherare l’ipocrisia individuale e collettiva sono meriti di questo racconto esteso.

L’autore, nato nel 1956 a Liaoning, dopo sei anni trascorsi nell’Esercito di Liberazione cinese, è emigrato negli Stati Uniti, dove è docente di inglese presso l’Università di Emory in Georgia. Tra le altre sue opere, il romanzo WAITING (1999) (cfr. Ha Jin).


[Roberto Bertoni]