THE CROWS REWRITE THE GOSPELS IN MAYNOOTH
By late October, crows write poems
in the clouds, unadulterated texts
for anyone who dares to look.
They draft first notes silently,
in fields, speculative beaks
transcribe leaf-rot, limp grass, soil.
Later, wrapped in gloomy cloaks,
they rest on electricity pylons,
flap their wings, frighten
the soul’s dark entities into submission.
A timely surge decides it,
dense knots loosen, then clatter airwards.
Crows remember to dot i’s, cross every t,
as necessary to finished work;
each wingbeat exhorts, contradicts
in soaring certainty –
I am not the Messiah! The End is not nigh!
Do not repent –
the lines are scattered,
freeform subversions lost to the eye.
I CORVI RISCRIVONO I VANGELI A MAYNOOTH
A fine ottobre, i corvi scrivono poesie
tra le nuvole, testi incontaminati
per chiunque osi guardare.
Stendono primi appunti in silenzio,
nei campi, becchi speculativi
trascrivono marciume di foglie, erba molle, terra.
Più tardi, avvolti in tristi mantelli,
riposano sui tralicci della corrente,
battono le ali, incutono
soggezione alle scure entità dell’anima.
Un tempestivo impulso lo decide,
fitti nodi si disfano, poi strepitano in aria.
I corvi spaccano il capello in quattro,
come si conviene a un lavoro ultimato,
ogni colpo d’ala esorta, contraddice
con una certezza che s’innalza in volo –
Non sono il Messia! La fine non è vicina!
Non pentitevi -
i versi sparsi,
liberi sovvertimenti si perdono alla vista.
[Traduzione di Anamaría Crowe Serrano e Annamaria Ferramosca]
Altre poesie di Mary O'Donnell sono state pubblicate su "Carte allineate" il 20-4-2008