05/07/07

Amartya Sen, IDENTITY AND VIOLENCE: THE ILLUSION OF DESTINY


[Worldwide Bangkok. Foto di Marzia Poerio]









In IDENTITY AND VIOLENCE (Londra, Penguin, 2006), l'idea che si possa avere un'unica identità, o che essa venga privilegiata, come accade oggi nel mondo in relazione in particolare alle identità religiose, è per Sen una concezione confinante entro parametri chiusi, tale da condurre non alla tolleranza ma al suo contrario.

Le identità fondate su un'unica categoria di appartenenza, che evitano la pluralità e contrappongono su basi etniche una civiltà ad altre, sono fautritci di divisione. Si dovrebbe tener conto piuttosto di altre forme di identificazione, unificanti al di là delle barriere nazionali e dei gruppi ristretti, come la classe sociale, la categoria professionale, la lingua, la scienza, l'etica, l'impostazione ideologica.

Il fatto è che gli esseri umani sono diversi in modi disparati ("diversely different", p., XIV).

In tal modo l'identità può diventare un concetto atto a comunciare costruttiuvamente con gli altri invece di confinare e precludere. In luogo della differenza tra Occidente e Oriente, ad esempio, si potrà pensare che ci sono persone iscrivibili in categorie simili in entrambe le dimensioni geografiche e antropologiche dell'Est e dell'Ovest.

L'identità di ognuno, inoltre, è dettata dalla scelta di appartenenza a più di un gruppo e categoria. Scelta, in tal caso, in opposizione a destino, cioè al rinserrarsi dentro un'identità data e in realtà imposta, come quella delle civiltà cristiana occidentale, ad esempio, scoprendo così di avere più in comune di quanto si potesse pensare con persone di altre culture.

In simili contesti, Sen, se da una parte mette in rilievo con chiarezza i lati negativi dell'occidentalizzazione provocata dal colonialismo e dall'imperialismo, non nega dall'altro i benefici della comunciazione planetaria e della mondializzazione, che pur creando disparità da eliminare, ha però portato benessere a molti e incoraggiato la comprensione reciproca.

Si sono qui raccolte sono alcune idee fondamentali, ma c'è di più in questo volume degno di attenzione e invitante alla convivenza e al superamento della violenza e delle incomprensioni.