22/01/07

Brian Lynch, DAYSHIFT HANGOVER

DAYSHIFT HANGOVER


Drops of water drifting down
Through the sun
From the factory roof
Becoming a bright spear.
How slow!

How slow?
Thirty two feet
Per second per second.
That's the law of falling.

And I too am its subject,
Hostage of the most,
Target of the least.
Beyond mercy nothing is mine.

Always a fool.
In the slow rain
In the sun.

How far away how far away
Is the field over there
That's full up with weeds?

Go through the open factory door
Past the girl picking frozen fruit
And singing on the grey
Conveyor belt

And even the bright spears
Are far away.


Ross Foods Ltd, Westwick, Norfolk



POSTUMI DEL TURNO DI GIORNO

Gocce d'acqua alla deriva
attraverso il sole colano
dal tetto dell'opificio:
diventano una lancia
splendente. Sono lente!

Quanto lente?
Undici metri
al secondo al secondo.
Questa è la legge della caduta.

Cui sono soggetto anch'io,
ostaggio del più
bersaglio del meno.
Più in là della pietà non c'è nulla di mio.

Resto uno sciocco.
Nella pioggia lenta
al sole.

Quanto lontano quanto lontano
è il campo laggiù
invaso dalla gramigna?

Passa dalla porta aperta dell'opificio
più in là delle ragazze
che colgono frutta congelata
cantando sul nastro trasportatore grigio

ed anche le lance
splendenti sono lontane.


Ross Foods Ltd, Westwick, Norfolk


[Traduzione di R. Bertoni]



Brian Lynch è nato a Dublino nel 1945. Ha svolto attività di giornalismo per il quotidiano "The Irish Press". È membro di Aosdána, istituzione irlandese che raccoglie un gruppo scelto di scrittori e artisti, giudicati meritevoli di particolare riconoscimento. Le principali raccolte di poesia sono PERPETUAL STAR (1981), BEDS OF DOWN (1983), VOICES FROM THE NETTLE-WAY (1989), EASTER SNOW (1993), NEW AND RENEWED: POEMS 1967-2004 (2004). Ha scritto narrativa (tra i romanzi si ricorda THE WINNER OF SORROW, 2005), sceneggiature cinematografiche e critica d'arte.
Nella sua poesia una vena lirica e una sperimentale si accompagnano a un'affabilità e semplicità apparente che presuppone invece un intenso ripensamento dei testi e il lavoro metrico. Il tessuto del reale mentre resta tale si connota simbolicamente. Non esenti i suoi testi da un andamento talora gnomico.