27/05/19

C.S. Lewis, OUT OF THE SILENT PLANET


1938. Londra, Harper Collins, 2005 (Edizione Kindle)

Collegato in parte, sebbene piuttosto polemicamente, al romanzo lunare di H.G. Wells (cfr. recensione di Carte Allineate), del quale un’epigrafe di Lewis, non senza un senso di superiorità che a noi pare ingiustificato, dice: “The author would be sorry if any reader supposed he was too stupid to have enjoyed Mr H.G. Wells’s fantasies or too ungrateful to acknowledge his debt to them”, Out of the Silent Planet, il primo volume di una trilogia spaziale, pur se animato da un’impostazione etico-spiritualista, si ispira in realtà in vari aspetti proprio allo scientista Wells, quando Lewis scrive “He had read his Wells and others”; cerca di evitare al suo personaggio principale, in una riflessione, la sorte del protagonista wellsiano Cavor (“He did not want to tell them too much of our human wars and industrialisms. He remembered how H. G. Wells’s Cavor had met his end on the Moon”); ambienta il viaggio spaziale in una sfera; produce due personaggi interessati al pianeta di Malacandra (che in seguito si chiarisce essere Marte) per ragioni commerciali e senza scrupoli verso le tre specie intelligenti che lo popolano (ciascuna con un suo nome di specie, ma nel complesso definite “hnau”) e uno invece pre-ecologico e ben disposto verso le popolazioni locali, il linguista Ramsom, costretto al viaggio dagli altri due avventurieri, ma dopo l’atterraggio riesce a fuggire, è accolto dagli hnau, ne apprende la lingua e comunica con loro che, più simili ad animali terrestri che ai bipedi umani, hanno una cultura materiale che oggi definiremmo di scarso sviluppo tecnologico, ma possiedono valori umanistici, nonché capacità scientifiche di ristrutturare la nave spaziale dei terrestri affinché abbia un’autonomia soltanto per tornare sul pianeta originario e poi disfarsi quando, ascoltato Ramson, l'Oyarsa, ovvero il signore (“ruler”) del pianeta, gli offre la possibilità di restare, se vuole, su Malacandra, data la sua visione corretta della realtà, il che egli, però, rifiuta per affetto verso il luogo natio. Gli hnau dovranno in ogni caso difendersi da ulteriori visite di quei terrestri bellicosi e interessati a sfruttare risorse. Preda di un Oyarsa caduto, o meglio deviato (“bent”, che Lewis traduce dalla lingua malacandriana con malvagio), la Terra, definita Thulcandra dai malacandriani, è lasciata a parte dal resto del sistema solare per evitare, si intuisce, il contagio del male [1].

L'Oyarsa malacandriano cataloga in questo modo, anticoloniale ed etico, la mentalità terrestre:

“In your own world you have attained great wisdom concerning bodies and by this you have been able to make a ship that can cross the heaven; but in all other things you have the mind of an animal. […] what you intend to my people, I know. Already you have killed some. And you have come here to kill them all. To you it is nothing whether a creature is hnau or not”.

Il terrestre Weston risponde all'Oyarsa con una difesa imperialista della sopraffazione da parte del più forte e del progresso inteso in direzione positivista:

“To you I may seem a vulgar robber, but I bear on my shoulders the destiny of the human race. Your tribal life with its stone-age weapons and beehive huts, its primitive coracles and elementary social structure, has nothing to compare with our civilisation - with our science, medicine and law, our armies, our architecture, our commerce, and our transport system which is rapidly annihilating space and time. Our right to supersede you is the right of the higher over the lower”.

I perdenti, alla fine della storia, sono appunto i terrestri, rinviati perigliosamente a casa e puniti così, almeno in questo volume, della loro arroganza.

Due appendici inscatolate suggeriscono che la storia narrata è una storia vera, ma è stata scritta da Lewis in forma di romanzo per renderla più accettabile al pubblico, che non crederebbe alla fiaba degli animali parlanti e del pianeta di Malacandra se il suo scritto venisse presentato come una verità.

Si parla di un prossimo soggiorno umano su Marte e di distruzione della natura e del restante patrimonio olistico sulla Terra nell’attualità dei nostri giorni: qui l’interesse sociologico, tuttora, di questo romanzo.


[Roberto Bertoni]


The books in the  trilogy are:

·    Out of the Silent Planet (1938), set mostly on Mars (Malacandra). In this book, Elwin Ransom voyages to Mars and discovers that Earth is exiled from the rest of the Solar System. Far back in Earths past, it fell to an angelic being known as the Bent Oyarsa, and now, to prevent contamination of the rest of the Solar System (“The Field of Arbol”), it is known as “the silent planet” (Thulcandra).

·      Perelandra (1943), set mostly on Venus . Also known as Voyage to Venus. Here Dr Ransom journeys to an unspoiled Venus in which the first humanoids have just emerged.

·       That Hideous Strength (1945), set on Earth. A scientific think tank called the N.I.C.E. (The National Institute of Co-ordinated Experiments) is secretly in touch with demonic entities who plan to ravage and lay waste to planet Earth. In 1946, the publishing house Avon (now an inprint of Harper Collins) published a version of That Hideous Strength specially abridged by C.S. Lewis entitled The Tortured Planet”.