27/03/19

Cao Cixin, THE DARK FOREST




["The forest was not all that dark that day..." (Wicklow 2017) Foto Rb]

Cao Cixin, The Dark Forest. Originale cinese 黑暗森林, 2008. Traduzione in inglese di J. Martinsen. Londra, Head of Zeus, 2015 (Versione Kindle)


Si tratta del secondo volume della trilogia Remembrance of Earth’s Past. Chiara Cigarini aveva recensito su Carte Allineate il primo volume, The Three-Body Problem

Nel secondo volume, dopo aver lasciato il pianeta Trisolaris destinato alla distruzione a causa della presenza di tre soli, la flotta di quella civiltà tecnologicamente avanzatissima è in rotta verso la Terra, che progetta di colonizzare, distruggendo se necessario l’intera umanità. Il percorso di avvicinamento dura secoli per la distanza immensa di anni-luce, il che dà ai terrestri la possibilità di organizzarsi per contrastare l’assalto alieno. Prevale sulla Terra dapprima una mentalità di assedio, che spinge a nominare difensori con poteri assoluti e che svolgono i loro compiti nel più assoluto segreto; ma in un secondo momento, mentre la civiltà terrestre si evolve e si modernizza, creando città sotterranee ad alta tecnologia e regole sociali aperte, si impone l’ottimismo. Al risveglio dopo due secoli, gli ibernati del periodo precedente si ritrovano in questa nuova atmosfera, che confida in un approccio amichevole dei trisolariani, che verrà però contraddetto dalla loro repentina distruzione della flotta spaziale umana. Il salvataggio del pianeta sarà affidato a un ex ibernato che, in cambio di tecnologia e con la minaccia di distruzione del nostro stesso pianeta pur di sviare l’invasione, allontana gli alieni [1]. Vedremo come andrà a finire nel terzo volume della serie, intitolato Death’s End.

Il volume 2, come il precedente, è caratterizzato sia da un interesse profondo per la scienza che, come sostiene giustamente Darko Suvin [2], è il marchio della fantascienza di qualità e impegnata; sia da un interesse per l’ecologia; sia da un'insistenza positiva sulle reazioni della società agli eventi naturali e collettivi; col che Cao Cixin si inserisce in vari filoni della fantascienza internazionale.

Sebbene il secondo aspetto sia di forte entità rappresentativa della condizione umana, basata sulla convinzione, espressa nel romanzo, che “survival is the primary need of civilization” (La sopravvivenza è il bisogno primario della civiltà) e “the greatest obstacle to humanity’s survival comes from itself” (il maggiore ostacolo alla sopravvivenza dell’umanità proviene dall’umanità medesima), il terzo aspetto di cui sopra è quello, ci pare, più allegorico della storia contemporanea. È difficile, infatti, non vedere riferimenti alle vicende recenti della Cina nelle allusioni a una grande carestia precedente allo sviluppo; nel cambiamento da una mentalità di assedio all’ottimismo; nella modificazione dal controllo autoritario a una condizione di maggiore apertura individuale e democratica, al punto di leggere che “a totalitarian system is the greatest barrier to human progress” (il totalitarismo è la barriera maggiore che si frappone al progresso umano).

Il futuro parla una lingua che comprende termini cinesi e inglesi. La famiglia è abolita. Gli Stati costituiscono un “Superstato”.

Tra le citazioni letterarie si distingue Odissea nello spazio di Arthur Clarke.

[Roberto Bertoni]



[1] Per un riassunto analitico dell’intreccio cfr. https://en.wikipedia.org/wiki/The_Dark_Forest.
[2] D. Suvin, Metamorphosis of Science Fiction, Yale University Press, 1979.