["The snow... Fugitive for a moment" (Killiney 2017). Foto Rb]
26.
Fui
spazzina di rantoli in corsia
I
gabinetti li pulii tutti
L’ultima
briciola ti tolsi dal letto
Ti misi
i calzini avevi freddo ai piedi
Mi
dicesti ultimo. Il macello delle bende
Stava
arrivando. Ti strinsero il corpo
Contorto.
Le balle
di fieno nei campi
Rotolavano
in balìa del vento
Dove il
vano tornava fantasma.
In meno
di una genìa di farabutti
Valsi
resistere scorpione bianco
Vezzo di
niente ormai il pio lampione.
Passava
la roncola del tempo
Sotto
stivali di trincea i dotti esempi
Del vate
conosciuto da ragazza
Innamorandomi
di lui anche al piovasco
Analfabeta
scolara di versicoli
Così per
stare in vita nonostante
Le
trebbie del sudario più che misantrope
Le
briccole dal cielo non festivi angeli.
27.
Stoppie
materne appiccano il fuoco
A chi
fummo. Gridano le ceneri un eremo
Mortale.
Sartorie per anime da proteggere
Se
finalmente pace. Primario del cielo l’arcobaleno
Battesimo
e baleno la rotta del sorriso.
Il
becchino porta via la mia salma
In mano
a condottieri assassini.
Gesticola
la nebbia un inferno nomade
Pietà
destituita la tua nuca fragile
Contro
Caronte che rovista la tua figura
In
guerra ancora di non stare viva recidiva.
28.
E morire
nel fato di cuccagna
Quando a
salve si brucia l’estate
Sitibonda
le fiaccole dei morti
Che
abbondano ritorno nell’enclave
Dei
piccoli vivi e forti eroi che non demordono
Il dono
di corsia per poter guarire
Le
stoffe macchiate. Scorpacciate di aureole
I molti
santi e angeli a braccetto
Sotto
portici di città maledette. Tutto s’inarca
Per
rovesciare il mondo tediosissimo
Manfrina
diavolessa non sorridere mai
La noia
di coriandoli sordi
Perfino
al carnevale. Fumano le rotte di morenti
Orti
botanici presi allo sfiorire.
Sul
balcone hanno chiuso il cane
Che
piange a crepacuore. Gentaglie le rime
Che
simili combaciano cipressi
Decapitati
in punta. Marciumi di retoriche
Ormai
anche dive le rondini.
29.
Gerundio
d’estate perdere la gioia
Bella
mimosa l’atrio della madre
Rea al
malore di dover morire
Sotto la
culla del più bel bambino
O cervo
della sabbia il tuo bagliore
Quando
giocavi elemosine vermiglie
E il
cielo misurava la vendetta.
Tu
vergine di autunno mio panico
Col
bacio di svenire alla boscaglia
Retto
candore sibilo materno.
Strazio
fraterno domandare dio
O almeno
un angelo che si faccia dotto
Per il
mio silenzio zoppo di lacrime.
Vuota
sorella escremento d’anima
Evaporata
ressa di capire il bene
Contro
il sudario della razione pallida.
30.
Soma di
eclisse darsene al banco
Ultima
alunna senza sentiero edotta
Starsene
fuga con la sirena urlante.
E fu la
neve un attimo fuggiasca
Quando
la cantina scrisse alla lavagna
Help per
favore datemi cantilena
Che io
possa tingermi Arlecchina
China
ancora oltre lo speleologico.
Matrigna
la chiara enfasi del giorno
Ama la
nomea del randagismo
Contro
la muta di salvarsi l’anima.
Cresciuta
male in un valico di stoppie
Ebbi una
fata in coma da guarire
Nessuno
m’inebriò con un sorriso
Contagioso
più che prossimo a donarmi
Volo.
Tua la
fionda che mi uccise novella
Appena convalescente
il petto al cacciatore.
Non
valse andarmene di soppiatto
Sciatta
comunione con i giochi franti.