["Opening of light" (Roundwood, 2014). Foto Rb]
Volge un senso il tempo
della sera,
presso il tempio di Sant’Anna,
laddove la strada s’aggrotta
e s’attarda e l’immagine della Santa,
quasi suora egiziaca,
indica alla Vergine la Legge e i
Profeti.
Fra crocicchi uguali -
ultimo il punto di fuga -
sai dove languisce lo smeraldo? -
oramai rare, difficili,
forse impossibili,
giungono nuove di te.
Il lago Tannhauser,
i relitti della Royal Air Force:
di nuovo un paese straniero.
E s’annebbiano i tempi,
la memoria più oscura,
silenziosa, vendica
la tua alter ego – scomparsa -
senza voci.
Soccorrono i tetti alle tarde piogge,
e non s’illuminano i giardini,
chiusi in sé:
s’intravede stretta la cortina verde,
siderale:
Chi è là?
La casa dai tetti spioventi
richiama la tua,
disadorna negli stanzoni;
fra i passi di tua madre.
Silenziosa presso le finestre,
la luce si apre,
e ricala un vuoto.
In questa passio cilestrina,
si compie la tua storia,
non ne segue l’incantesimo
chi non vive
e ne riaccende il tuo fuoco lento.
Ferma alla confluenza,
riordini le tessere.
È solo preludio
il tuo poter essere.