Sottotitolo: Elogio del perdono nella vita amorosa. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2014
Il presupposto
ideologico di Recalcati è l’opposizione a quanto egli definisce “l’ideologia
del Nuovo” (p. 12), ovvero il desiderio costante di mutamento, la ricerca di
qualcosa di nuovo nelle esperienza sentimentali invece di soffermarsi e
approfondire quel che già si è scoperto. Si tratta di una “degradazione della
vita amorosa” (p. 17), basata sull’assioma falso che “nel Nuovo si troverebbe
la piena realizzazione di se stessi” (p. 21).
I comportamenti
amorosi contemporanei sono pervasi da una concezione narcisistica dell’amore
(“amo me stesso attraverso te”) e da un eccesso di “smascheramento nei
confronti dell’Ideale dell’amore”, che “ha finito per colludere fatalmente con
il cinismo iperedonistico del discorso del capitalista” (p. 24), mentre l’amore
rifluisce frattanto anche in una dimensione alienata assimilabile alla
commercializzazione consumistica dell’usa e getta. Si tratta di un libertà fasulla: “il discorso
del capitalista vive […] ogni forma di legame come un ostacolo alla sua
affermazione incontrastata” e “i legami non sembra possano più tenere di fronte
a una libertà che si vuole assoluta e che rigetta ogni esperienza del limite”
Un’opposta concezione
dell’amore si inserisce in una tendenza verso un “per sempre, che accompagna
ogni vero amore, resiste alla tendenza nichilistica del nostro tempo” (p. 29) e
vede la fedeltà non come un obbligo esteriore e “una camicia di forza”, bensì “un
evento della libertà, una scelta del desiderio” intesa ad approfondire le
relazioni umane anziché chiuderle ed evaderne.
Il trauma dell’infedeltà
e dell’abbandono riconducono a ferite più antiche di chi le subisce. Il
perdono, difficile in quanto decisione e strategia di riconciliazione, non
dipende “dai comportamenti dell’altro, ma da un raccoglimento e da una
decisione del soggetto” (p. 90).
Al di là di elementi
e situazioni di stampo patologico o estremo, che implicano comportamenti e
spiegazioni specifiche, il perdono, “sempre preceduto dal trauma del tradimento
e dell’abbandono” (p. 14), muove in direzione terapeutica rispetto
all’“irreversibile sfiducia nell’Altro” (p. 15), intervenuta di fronte al torto
subito.
[Roberto Bertoni]