07/02/17

Marina Pizzi, DIVE ELEMOSINE - 2015 (Strofe 62-66)


["Resignation of stone" by the sea... Wicklow 2016. Foto Rb]


62.

Gerundio delle pietre continuare
A vivere in una posa scomoda
Nuda sovente più che strappata
Dalla regia cattiva delle paci sfatte.
L’acufene mi stermina l’udito.


63.

Me ne andrò nel ventre degli alunni
Così per bene da parere santa
Questa salute infranta ormai per sempre.
Mille musei invitano a resistere
Le mille biblioteche del preso rispetto
Sotto le teche birbe come giocattoli.
Sì, anche qui che muoio
Rallento la custodia di sapermi
Minacciata sul blasfemo della nuca
Resa prigioniera dalla catastrofe a foggia
Di ringhiera, inchino comunque di non vivere.


64.

Così gira il tratto della fossa
La raucedine del discolo perduto
Sotto la nenia di piangere mamma
E la cometa azzurra sopra la colonna.


65.
Come di boia è già tessuto il giorno
Nel randagio bocciolo della nebbia
Blasfema quanto il rantolo contro
La logica biologica. La bocca spalancata
Ti viene chiusa a forza, l’urlo se ne è andato
Gettandosi dalla finestra in cerca d’altro mangime
Becchime ancora e ancora così fino alla fine del mondo.
Di te troneggia l’orrenda bara
Le allegre stelle cadenti del 10 agosto
Anche se è il 10 gennaio. Il carro funebre è tronfio
Carico di fiori monocromi intrecciati.
All’arrivo al cimitero i primi ad essere buttati
Sono i fiori fatti a tappeto, uno scempio osceno.
Ora fai parte del deposito, punto e arrivederci
Ai becchini ragazzotti affamati in attesa di mancia.
Sei morta con il dieci e lode della pazienza
E della preghiera sottovoce. Hai mangiato fino
Al vomito le porcherie dell’ospedale. Ora sempre più
Mi tocca. Catafalco la nuca si fa cemento.
Voglio il funerale dei poveri, comunale oppure una
Fossa con il lenzuolo. Sono disperata, fui ginestra senza vento.


66.

Ho sostenuto un calice piangente
Per l’ultimo venuto.
Ogni verso è un sasso rassegnato.



Altre strofe di Dive elemosine sono uscite su numeri precedenti di Carte allineate.