[Butterfly... (Wicklow 2014). Foto Rb]
Una
reincarnazione recente di Madama
Butterfly è la serie televisiva coreana in 51 puntate 내 사랑 나비부인 (il titolo nella
traduzione inglese My Love, Madame
Butterfly), testo di Moon Eun Ah e regia di Lee Chang Min, con Kim Sung
Soo, Park Yong Woo, Yoon Se Ha, Yum Jung Ah. Il nome proprio della protagonista
è 나비 (Nabì, in
italiano farfalla) e il cognome è 남 (Nam, sud),
una Madama Butterfly del Sud nell’allusione
onomastica.
L’omaggio ironico,
postmoderno e intertestuale, a Puccini comprende stralci di una
rappresentazione dell’opera a Seoul: costretta per ruolo sociale, essendo un’attrice
di grido, a comparire tra il pubblico dell’opera, Nabì annoiata si addormenta
sulla spalla del vicino di posto, Lee Woo Jae, che diverrà a suo tempo l’innamorato
fedele dopo un conflitto iniziale e parecchie puntate in cui Nabì, ostacolata
dall’acerrima nemica Yoon Seol Ah, che intende vendicarsi del suicidio del
fratello provocato dall’insana passione di questi per Nabì e ha pertanto ordito
una complessa trama di menzogne e trappole al fine di distruggerle la carriera
e la vita personale.
La trappola
fondamentale è il novello Pinkerton, Kim Jung Wook, un individuo fuggito di casa
da giovane e divenuto finanziere che, per riappropriarsi del lotto funebre della
famiglia, di proprietà di Seol Ah, e per avidità di denaro, accetta di sposare
Nabì e poi rovinarla economicamente. L’attrice si innamora invece profondamente
dell’avventuriero, mai dubitandone la lealtà e, fedele al modello pucciniano,
anche quando lui l’abbandona, in questo caso sparendo dopo lo scandalo che
distrugge la sua posizione finanziaria. Nabì tenta il suicidio, fallisce, al
che, a differenza che nell’opera, decide di vendicarsi dell’ex marito.
La serie si sviluppa
con un intreccio sempre più serrato e convoluto in cui tutti i personaggi principali
sono in un modo o nell’altro intercollegati e colti in vendette e rivalità di
vario tipo. Seguendo qui esclusivamente il filo pucciniano, abbiamo un’interessante
inversione rispetto all’originale: Pinkerton, alias Jung Wook, si pente del
malfatto, cerca senza riuscirci di riconquistare Nabì, alla fine si rassegna al
suo rifiuto, anzi collabora per portare la malvagia Seol Ah di fronte alla
giustizia. Il lieto fine vede non solo la punizione dei malfattori, ma anche la
riabilitazione morale, dovuta al pentimento, del personaggio più negativo, Seol
Ah appunto.
Non sono solo queste
inversioni etiche ad aggiornare il modello pucciniano. La revisione investe il
carattere della Butterfly televisiva. Nabì è arrogante e mordace, ma poco per
volta rivela l’altra metà del suo carattere, quella più tradizionale, di sani
principi e capace di dedizione come nell’archetipo, ma non al punto di sparire
per sempre, e senz’altro in grado di divorziare modernamente e ricostruire una
relazione fedele col nuovo partner.
[Roberto Bertoni]