Milano, Adelphi, 2015 (Edizione Kindle)
Il romanzo ricostruisce gli ultimi giorni di vita di
Alexander Alekhine, il campione di scacchi trovato morto nella sua stanza di
albergo nel 1946, ucciso, secondo l’ipotesi condivisa da Maurensig nelle ultime
pagine, dai servizi segreti sovietici, sia per il suo periodo politicamente
controverso ai tempi del nazismo, sia per eliminare un ostacolo a una vittoria
sovietica nel campionato mondiale.
Al di là dell’aspetto documentario, e dell’ingresso dell’autore
in una narrazione in terza persona condotta col punto di vista del
protagonista, il mondo degli scacchi si qualifica come un universo allegorico
della vita.
Costituisce inoltre un linguaggio metaletterario, con dichiarazioni quali “gli scacchi
sono un misto di tecnica e arte”, nonché una similitudine dell’arte figurativa:
“ogni figura, collocata nella propria casella, era simile all’immagine di un
quadro”.
Si trascende infine su un piano metafisico: “Per gli ebrei gli scacchi
erano molto più di un semplice gioco: erano quasi un rito sacro. E in questo lui
si sentiva molto simile a loro”.
A paragone della Variante
di Luneburg, del 1993, Teoria delle
ombre si presenta con una struttura più lineare, non basata sul canone
inverso adottato a quel tempo. Il linguaggio resta elevato ed elegante, pur
se comunicativo.
[Roberto Bertoni]