25/02/16

Paolo Maurensig, TEORIA DELLE OMBRE


Milano, Adelphi, 2015 (Edizione Kindle)

Il romanzo ricostruisce gli ultimi giorni di vita di Alexander Alekhine, il campione di scacchi trovato morto nella sua stanza di albergo nel 1946, ucciso, secondo l’ipotesi condivisa da Maurensig nelle ultime pagine, dai servizi segreti sovietici, sia per il suo periodo politicamente controverso ai tempi del nazismo, sia per eliminare un ostacolo a una vittoria sovietica nel campionato mondiale.

Al di là dell’aspetto documentario, e dell’ingresso dell’autore in una narrazione in terza persona condotta col punto di vista del protagonista, il mondo degli scacchi si qualifica come un universo allegorico della vita. 

Costituisce inoltre un linguaggio metaletterario, con dichiarazioni quali “gli scacchi sono un misto di tecnica e arte”, nonché una similitudine dell’arte figurativa: “ogni figura, collocata nella propria casella, era simile all’immagine di un quadro”. 

Si trascende infine su un piano metafisico: “Per gli ebrei gli scacchi erano molto più di un semplice gioco: erano quasi un rito sacro. E in questo lui si sentiva molto simile a loro”.

A paragone della Variante di Luneburg, del 1993, Teoria delle ombre si presenta con una struttura più lineare, non basata sul canone inverso adottato a quel tempo. Il linguaggio resta elevato ed elegante, pur se comunicativo.


[Roberto Bertoni]