21/02/16

Nansen Osho, LEZIONI DEL BUDDHA



[Tekchen Cholin Temple (Singapore 2016). Foto Rb]


Nansen Osho, Lezioni del Buddha. Edizione originale giapponese 2013. Trad. F. Di Bernardino. Milano, Vallardi, 2015

Il volume si presenta come un manuale di self-help, con la seconda metà del titolo che suona “per raggiungere la felicità in tre mesi”; e il sottotitolo: “Novanta esercizi per rendere meravigliosa la vita di tutti i giorni”; a dimostrazione di quanto le religioni, in questa fase, debbano trovare linguaggi adatti al modello i società in cui viviamo e alle mode culturali prevalenti. Quanto tale necessità provochi una revisione degli insegnamento originari, e quanto invece sia una traduzione, semplicemente, dei precetti religiosi in linguaggi più accessibili ai contemporanei dipende dall’autore, dalle sue ideologie, dalle sue intenzioni.

Nel caso di Nansen Osho, monaco buddhista della scuola Zen Soto, pare trattarsi più del secondo che del primo caso, anche se l’effetto collaterale, con quel titolo e sottotitolo sarà poi l’impressione di una semplificazione del cammino buddhista verso la saggezza e la liberazione.

Oltre una presentazione in parole semplici, ma non semplificata, della teoria dell’impermanenza, della nascita condizionata e della sofferenza come base della vita e consapevolezza verso il nirvana, Osho, constanado quanto lontani dalla felicità sia la maggioranza degli individui, si propone di insegnare le modalità buddhiste per sviluppare una mentalità non informata da una “visione pessimistica dell’esistenza”, e tendente al contrario verso un vissuto di “gioia e di pienezza”.

Consiglia, tra l’altro, autonomia derivata dalla consapevolezza di sé’, altruismo e immedesimazione (capacità di “guardarsi con gli occhi degli altri”), senso di equanimità e giustizia, una linea di condotta etica, perseveranza, pazienza. Combattere i “tre veleni” di “cupidigia, odio e ignoranza”. “Non volgete lo sguardo a ciò che non avete, esprimete la vostra gratitudine per ciò che avete”.

Propone di sviluppare i propri lati positivi per compensare quelli negativi; di imparare dalle esperienze negative invece di lasciarsene sopraffare. Nelle azioni cercare più la soluzione che la cause dei problemi che le hanno motivate. “La libertà sta nel non incolpare gli altri, ma nel ricercare in noi stessi la causa di tutto ciò che ci riguarda”.

Il dono, l’offerta, saranno disinteressati.

Converrà parlare con sincerità e chiarezza senza ferire ma senza attenersi a comportamenti ipocriti.

Consiglia: “Fidatevi completamente della persona che avete davanti”. Questo per creare un clima di fiducia reciproca: “credere nell’altro senza però crearsi aspettative”.

Individuato il proprio “io ideale”, sarà bene cercare di raggiungerlo. “Dobbiamo scegliere da noi la nostra linea di condotta. Non può esserci suggerita da qualcun altro”.


[Roberto Bertoni]