07/09/14

Theodore Ziolkowski, MINOS AND THE MODERNS


Sottotitolo: Cretan myth in twentieth-century literature and art. Oxford University Press, 2008

Dopo avere definito la maniera in cui il mito classico permane nella modernità, in particolare lungo consonanze di carattere politico e psicologico (“myth plus psychology” a detta di Thomas Mann, p. 23), e con rifacimento tanto reverenziale (“poeticized”, p. 25) verso l’antico, quanto, in altri casi, ironico e dissacrante, l’autore traccia la presenza dei vari aspetti del mito cretese nella letteratura e, in parte, nell’arte del Novecento.

Vari aspetti, in quanto se ne distinguono principalmente tre, sia consentito qui chiamarli storie: la storia di Europa, la storia del Minotauro e la storia di Dedalo e Icaro.

Europa, tramite la funzione narrativa dell’unione con Zeus sotto veste di bue, si presta a reinterpretazioni in cui affiorano sensualità, come pure le origini del continente in cui viviamo, ma anche satira politica, o altro di social-esistenziale come il senso di “threat and disintegration” percepibile in Europa di Paul Klee (1933) (p. 57). Interessante anche il trattamento irrazionale dei surrealisti; o l’associazione di Bontempelli (Il viafggio d’Europa, 1939) tra Europa e la Fenice (pp. 60-63).

Anche la storia del Minotauro e del Labirinto assume connotazioni diverse e contrastanti a seconda delle voci individuali degli autori che se ne servono e dei decenni del ventesimo secolo in cui si ripresenta. In particolare il Labirinto diviene simbolo del vagare cieco tra i meandri autoritari dei fascismi, anzi delle crisi politiche delle quali il Labirinto, accompagnato o meno dal Minotauro, è l’emblema principe. Secondo Yeats, in The tower, del 1928, l’essere umano nella modernità, “in his own secret meditations / is lost amid the labyrinth that he has made / in art or politics” (p. 81). Il Minotauro, a sua volta, è spesso ricomparso a significare l’inconscio. Così, per esempio, in Picasso, ma con accentuazioni personali e varianti nelle diverse epoche che lo vedono resuscitare il mostro nelle tele. Per Auden, invece, il Minotauro è un “political monster and his labyrinth not the vast unconscious but a place of existential decision” (p. 83).

La storia di Dedalo e Icaro si è prestata a definire l’eroe caduto (Icaro) con significati spesso politici di crisi e impotenza di fronte ai regimi repressivi, così i fascismi (cfr. l’Icaro di Lauro de Bosis) come i regimi comunisti.


[Roberto Bertoni]