[Skylight. (Milan 2014). Foto Rb]
E.M. Forster, The Machine Stops. 1909. In: The Machine Stops and Other Stories, Londra, Collector’s
Library, 2012
È un racconto di anticipazione, distopico, che si
fonda sulla meccanizzazione della vita associata, per cui le mansioni
quotidiane e sociali vengono svolte da una Macchina ramificata in ogni alloggio
personale dei terrestri che vivono sottoterra dai tempi del mutamento della
civiltà. Al livello della vita quotidiana, la Macchina somiglia a un computer
ben sviluppato e robotizzato, con interessanti somiglianze con la compagine
elettronica attuale, compresi una specie di e-mail che consente la comunicazione
tra varie parti del globo.
L’intreccio va dalla considerazione positiva della
Macchina, quasi al punto dell’adorazione, fino al guasto che, con la macchina,
sommerge la civiltà, che si spera rinasca perché alcuni esponenti delle classi
meno privilegiate vivono ancora sulla superficie del Pianeta e sanno come
sopravvivere senza la Macchina.
I protagonisti principali sono Vashti, una madre
che approva il sistema vigente e si dispera per il fatto che il secondo
protagonista, suo figlio Kuno, mette in questione la sua efficienza, pagando di
persona con un’espulsione dalla vita comoda e raccolta.
Nella prefazione, Forster
scrive che “‘The machine Stops’ is a reaction to one of the earlier heavens of
H.G. Wells” (p. 11).
[Roberto Bertoni]