[Could the garden become a threatening wilderness? (Mt Usher 2014). Foto Rb]
Keiichi
Sugiyama. Origin: Spirits of the past. Giappone,
2006. Titolo originale: Gin iro no kami no Agito. Storia di Umanosuke Lida.
Sceneggiatura di Naoko Kakimoto e Nana Shiina. Musica di Taku Iwasaki.
Si tratta di un film di animazione, in parte
ascrivibile al genere fantasy e alla
fiaba per il motivo della foresta animata e i suoi custodi magici, e in parte alla
fantascienza in quanto si svolge in un futuro distopico, prefigurato tra tre
secoli, ed è basato sull’assunto scientifico degli esperimenti genetici.
In questo futuro, a causa di manipolazioni
biologiche destinate a sviluppare la foresta a fini utili agli esseri umani, si
verifica un’evoluzione che fornisce le piante di vita propria e di
intelligenza. La foresta, dopo avere distrutto la luna, s’impone sulla Terra e
porta a compimento il degrado della civiltà umana, ora caratterizzata da una città neutrale, che tenta di convivere con la selva, e da una cultura
bellicosa, ancorata al passato, che combatte la foresta. Il ragazzo Agito, figlio
di uno scienziato trasformato in pianta per avere sperimentato con la
vegetazione, risveglia un giorno per caso Toola, una ragazza dormiente (si
presuppone ibernata) dai tempi della sparizione della civiltà umana terrestre
del passato e figlia di uno scienziato che aveva partecipato agli esperimenti
sulla foresta trecento anni prima. L’intreccio si addensa da questo punto in
poi, ma gli eventi principali sono legati a Toola, che si unisce, gabbata sui
loro scopi, ai combattivi esponenti della città di Ragna. Infine Agito riesce a
sventare il tentativo di sopprimere la foresta, subendo una metamorfosi
vegetale, ma viene informato dalla foresta che gli
esseri umani possono rinascere in quanto tali dai frutti degli alberi, come
avviene ad Agito, che porta il messaggio di riconciliazione all’umanità.
Uno dei punti di interesse è logicamente il
codice ecologico: gli umani hanno violato le leggi biologiche, manipolando
geneticamente le piante e provocando il risultato dell’ostilità della foresta,
quindi si dà la dinamica non banale di una natura non necessariamente buona,
mentre al contempo si auspica un avanzamento verso nuovi equilibri che, basati
sulla risorsa chiave dell’acqua, permettano a mondo vegetale e umano di
convivere pacificamente e proficuamente. Sembrerebbe inoltre che le intenzioni degli alberi vengano malintese dagli esseri umani piuttosto che essere di per
sé malefiche. Infine la condanna dei mezzi violenti per risolvere il conflitto è
piuttosto lampante.
Sul piano della fabula, classicamente i due ragazzi Agito e Toola collaborano per
finalità giuste, aiutandosi a vicenda in un rapporto di amicizia e di
infatuazione platonica.
Attraenti i colori e i disegni.
[Roberto Bertoni]