Sottotitolo: “Home elsewhere and elsewhere home”. In: Abbott, S. e Jermyn, D. 2009, Falling in love again: Romantic comedy in contemporary cinema. Londra: I.B. Tauris, pp. 65-78.
Il volume in cui si trova questo saggio
esamina il genere “romantic comedy” nel cinema, ponendo problemi di
classificazione di genere in un momento di passaggio, come quello attuale,
verso più estese tipologie del rapporto di coppia e formulazione di un’immagine,
di provenienza soprattutto femminile, di idealizzazione nostalgica dell’amore romantico, mentre
i personaggi contemporanei vivono frattanto realtà professionali e personali dove il
desiderio di quella tipologia amorosa non è di facile realizzazione.
Il testo di Redmond si distingue proprio
perché si occupa del romance
cinematografico indiano, innestato dunque su modelli culturali diversi da quelli
occidentali. Se da un lato le protagoniste contemporanee bollywoodiane delle
storie romantiche in questione presentano caratteristiche modernizzate in
termini di aspirazioni di vita, di istruzione, professionalità e comportamenti,
restano poi avvinte all’amore romantico che, in questi film, vince su tutto e
tutto travolge, riconducendo le eroine a scelte di rientro nella tradizione di propria volontà, perché,
cioè, seguono il richiamo del destino e del sentimento.
Interessante la tipologia di archetipi
narrativi proposta dall’autore. Pare che anche nella contemporaneità, la
tendenza sia di seguire il modello di Rama e Sita: come nel Ramayana, la “Sita” delle romantiche neo-storie
filmiche indiane di oggi è totalmente innocente e deve dimostrarlo tra le difficoltà
dell’intreccio, non di rado intricato, per congiungersi infine col partner in
matrimonio.
Se da un lato c’è una tendenza democratica a
superare la divisione di classe e di casta tramite una lotta degli innamorati
contro il pregiudizio, e questo aspetto spesso trionfa, al contempo la
riproposizione del modello matrimoniale è conforme alla tradizione e
sostanzialmente conservatrice, ma determinata probabilmente anche da un meccanismo
di nostalgia per un passato idealizzato su cui vengono proiettate concezioni, non
sempre corrispondenti al vero, di amore sereno e non conflittuale.
Nondimeno,
“the
force of cinematic romantic love is such that the transformative powers extend
beyond the loving union of two protagonists, reaching out to family, friends
and the wider society in both the film world and the ‘real’ world it connects
with and interprets. Romantic love is meant to be very sense-based,
cardiovascular material that makes the whole world a better (more loving,
joyous, harmonious) place” (p. 67).
[Roberto Bertoni]