Milano,
Mondadori, 2010. Edizione per Kindle: e-book ISBN 9788852017230.
Si immagina in questo libro che il mondo intero sia
privato in inverno, per esaurimento, di ogni fonte energetica: petrolio,
elettricità e carbone.
La situazione è tragica man mano che si consumano
tutti i materiali combustibili per riscaldarsi, dal legno alla carta, mentre
anche le risorse alimentari scarseggiano.
Distopia? Apparentemente no, almeno nella
prima parte del libro. Infatti, sotto la pressione della scarsità e dell’emergenza,
gli esseri umani iniziano a soccorrersi vicendevolmente: barattando, scambiando
prodotti utili, realizzando l’inconsistenza del denaro, dell’oro, dei preziosi.
Si sopravvive meglio sulle montagne per via delle
foreste e della maggiore abitudine a modalità di vita non tecnologiche. Così
pure nelle campagne. Poco per volta anche le città si convertono all’agricoltura.
In breve: “quell’inverno infame si porta nella
gerla la fine del mondo. La fine del mondo storto. Un mondo pieno di roba
superflua che, dai e dai, finisce per scoppiare”.
È come un castigo per le responsabilità umane nell’aver
condotto a questa crisi.
Gli esseri umani sono costretti a riappropriarsi
delle abilità manuali, ad agire con umiltà per sopravvivere, a rilanciare un
modello di produzione integralmente agricolo, che la voce dell’autore, coincidente
con quella del narratore, giudica migliore di quello attuale, esprimendo una nostalgia del
rapporto incontaminato, rousseauiano, con la natura.
In questa società utopica, “le famose ‘P’ dell’epoca
frenetica sono scomparse. Progettare, produrre, programmare, prevaricare,
progredire, promuovere, primeggiare, prostituire, promettere, prelevare e
milioni di altri verbi sono spariti”.
La semplicità e la solidarietà, però, si frantumano
man mano che avanzano le belle stagioni e la paura della morte e del disastro
si attenua. Ricompaiono le risse per la proprietà, l’accaparramento, l’avidità.
Perciò, con una conclusione distopica:
“È già chiaro quel che succederà. Un po’ alla
volta, tutto tornerà come prima, prima della morte bianca e nera. E sarà il
principio di un’altra fine. Finché l’umo non sparirà dal pianeta, farà di
tutto, e ce la metterà tutta, per farsi male e per star male. Poi si
estinguerà. Ma sarà colpa sua. L’uomo sarà l’unico essere vivente ad
autoestinguersi per imbecillità”.
Un libro che si commenta da sé, un monito
ecologico ed etico. Un che ripetitivo, poteva essere scorciato. Restano l’impegno
sociale e la carica di italiano standard colloquiale utilizzata.
[Roberto Bertoni]