In narcisi mi va a genio lo
specchio
che esalta il ritratto senza
seguire
le correnti non toccherò più la
faccia
non ho ne talento e gesto per
fotografare
le sembianze somiglio a qualcosa
che i nemici odiano e gli amici
criticano
per farmi sentire un mestesso
inaccettabile
Sposto in centro la testa
spostare il pensiero
dentro i confini ballando verso
il globo
mantengo un piede nella
radice,
traversando i nemici come
maestro d'ascia
lavoro sporgenze curvando
i pungiglioni
verso lacrime di miele,
per farsi amici bastardi col
corpo da montone
e impulsi disattenti,
senza frammenti amici custodisco
serenità
al freddo di casa ma è la
testa che marcia ariete
per farsi male coi parenti
serpenti
il mio destino di vipera
intelligente
difendo termico il sangue dalle
sanguisughe
davanti a me veleno dentro
sillabe di autodifesa
è rimasta la moneta dubbia del
bene