[Border games (Sanremo 2011). Foto Rb]
Melania Mazzucco, Il bacio della Medusa. Milano, Rizzoli, 1996
Melania Mazzucco, Il bacio della Medusa. Milano, Rizzoli, 1996
Questo
romanzo, il primo di grande successo di Melania Mazzucco, conferma in embrione
l’idioletto anche futuro dell’autrice, consistente in vari fattori: una
scrittura in cui coesistono chiarezza e un italiano standard letterario,
positivamente distanziato dall’appiattimento mediatico, nondimeno non astruso e
lontano dalla comprensione dei più; un panorama cronologico di ampio respiro
(in questo caso si parte dal 1905 per avventurarsi in seguito in vari decenni,
con più dettaglio i primi del Novecento, e come elemento di sguardo
retrospettivo quelli successivi); un teatro ampio geograficamente, qui tra
Francia e Piemonte con escursioni a Roma capitale; la resa di personaggi anche
opposti per taglio etico e posture ideologiche.
Nel Bacio della Medusa ci sono: una ricerca
storica sui giornali dell’epoca e sugli avvenimenti fondanti del periodo; la restituzione
mimetica dei linguaggi (l’italiano e il piemontese dei confini francofoni); la
fedeltà antiquaria agli interni e fotografica agli esterni.
Nonostante
un qualche ingenuità sul piano metalinguistico e una certa esagerazione nel
sostrato allegorico con citazioni di fonti classiche non necessariamente
integrate nell’opera a livello funzionale, il romanzo è un’opera mediamente colta
e ben costruita.
L’autrice
compie una scelta di rappresentazione dell’infrazione sessuale come fondamento
della narrazione. Il personaggio denominato Medusa ha una storia, descritta non
solo in quanto vittima ma anche compartecipe, con un uomo adulto quando è
ancora minore; segue una sua attitudine alle avventure sessuali in quanto conseguenza
del trauma iniziale; infine si attua un rapporto sessuale con una donna di
classe elevata che l’ha assunta e la cui vita risulta distrutta dalla passione
per la ragazza fino alla clausura in un istituto per malattie mentali a causa
della fredda incomprensione del marito e della rottura del perbenismo che caratterizzava
la famiglia in cui è andata sposa. Medusa, a questo livello, è un cuneo sottoproletario
che, privo d’ideologie costruttive, mette in crisi i valori dell’alta borghesia
in cui si muove. Denunciata al contempo è la mentalità maschilista non solo di
quell’epoca.
[Roberto
Bertoni]