27/01/14

Nuccio Ordine, L'UTILITÀ DELL’INUTILE: MANIFESTO

[Those blossoming trees - so useless, so beautiful... (Japan 2013). Foto Rb]


Nuccio Ordine, L’utilità dell’inutile: manifesto. Milano, Bompiani, 2013


Questo saggio, o meglio “manifesto”, come annuncia il sottotitolo, si propone di verificare la nozione d’inutilità nel suo senso nobile, cioè quell’insieme di valori che si proiettano, in modo anticonformista nel contesto socio-culturale attuale, in direzione di comportamenti non consumisti e di una concezione del sapere “completamente libero da qualsiasi finalità utilitaristica”.

L’assenza di tali finalità non è priva di impegno, anzi, un che alla Benda, secondo Ordine, la cultura disinteressata può avere “un ruolo fondamentale nella coltivazione dello spirito e nella crescita civile e culturale dell’umanità”. È “utile quanto ci aiuta a diventare migliori”.

La logica del profitto “mina alle basi” le istituzioni preposte alla diffusione del sapere (scuole, musei, università, ecc.) e “le discipline (umanistiche e scientifiche) il cui valore dovrebbe coincidere col sapere in sé, indipendentemente dalla capacità di produrre guadagni immediati o benefici pratici”.

A sostegno delle argomentazioni vengono citate, ecletticamente opere di classici e altri autori, tra i quali lo Shakespeare del Mercante di Venezia per l’esemplarità paradossale della contrattazione prezzolata della stessa carne umana; lo snobismo baudelaireano, per cui “un uomo utile è squallido”; il Dion Chisciotte di Cervantes, che “potrebbe essere considerato l’eroe, per eccellenza, dell’inutilità” in quanto “tutte le sue imprese sono ispirate dalla gratuità, dall’unico bisogno di servire con entusiasmo i suoi ideali”.

Vengono delineati anche aspetti politici, soprattutto gli “effetti catastrofici che la logica del profitto ha prodotto nel mondo dell’insegnamento” con la managerializzazione e la logica aziendale infiltratesi negli ambiti pubblici; la scomparsa delle librerie indipendenti, una volta luoghi di incontro e dibattito culturale, sostituite dalle “esigenze mercantili” delle catene di vendita libraria attuali [1].
  

NOTE

[1] Un’intervista con l’autore, a cura di T. Caligure, si trova sulla rivista “Samgha”, 8-12-2013.