[Seoul 2013. What were they looking at? (The lens noticed them after downloading). Foto Rb]
Corea del Sud, 2006. Testo di Kim Sang
Woo. Con Uhm Jung Hwa e Daniel Henney
Non è
che questo film abbia una speciale profondità, ma ci ha interessato per vari
motivi.
L’intreccio
è esile ma divertente e ben costruito: lei gli fa da segretaria e ha una vita
sentimentale disastrata perché nell’amore ci crede e agisce di conseguenza; lui
fa il cinico, ma si scopre poco per volta che è così in seguito a una delusione
sentimentale. Lei prende lezioni di freddezza da lui, ma lo conquisterà proprio
con la spontaneità e col sentimentalismo.
Da
tempo ci siamo convinti che ribadire i valori dei buoni sentimenti possa avere
un effetto positivo e dirompente nella società del disincanto in cui viviamo,
quindi questa storia che fa trionfare l’autenticità sembra difendere valori
triti, mentre in realtà reagisce alla vuotezza attuale.
Il
tutto si tiene su toni di commedia, ben orchestrati. Il modello è probabilmente
un certo cinema di Hollywood degli anni Quaranta. Capra, forse? E il ricorrente
“chi disprezza compera” del bianco e nero statunitense.
Migliore,
si direbbe, Uhm di Henney come recitazione teatrale.
Tuttavia
Henney personifica anche biograficamente l’evoluzione globalizzata dei prodotti
della cultura di massa. Nella vita reale figlio di una coreana e di un
americano di origine irlandese, ha imparato a parlare coreano avanzando con gli
anni. In questa pellicola recita in parte se stesso quando, arrivato dall'estero con funzioni di manager
in azienda a Seoul, capisce quello che gli dicono in coreano e risponde in inglese, instaurando
così un interessante dialogo bilingue che perdura fino alla fine.
Non più
di tre stelle, ma godibile e ben riuscito nel delineare le reazione emotive dei
personaggi.
[Roberto
Bertoni]