Sin dalla sua primissima istituzione l’inserimento dell’italiano come disciplina di insegnamento presso l’Università Leeds si presentò come un importate tassello della propaganda fascista in Gran Bretagna. Il governo centrale supportò l’impresa anche da una prospettiva economica finanziando direttamente da Roma le attività legate allo sviluppo degli studi italianistici presso questa città [1]
Istituito nel 1933, dopo quattro anni di attività
svolte sotto il segno di carattere straordinario, il lettorato fu convertito in
insegnamento ordinario permanente nel 1937 [2] Questo passaggio ebbe non già
“per solo effetto la continuità, ma anche la definitiva e completa
equiparazione dell’italiano alle altre lingue moderne” [3] come il tedesco, il
francese e lo spagnolo. L’allora ambasciatore italiano a Londra Dino Grandi, lo
attribuisce “allo zelo ed all’energia del Dr. Adriano Ungaro” [4].
Purtuttavia, la diffusione dell’italiano incontrò
a Leeds molteplici difficoltà. Malgrado le loro profonde divergenze queste sono
sostanzialmente riconducibili a due categorie: limitazioni legate a motivazioni
di carattere socio - economico e culturale e limitazioni indotte dalla
contingenza del momento storico prebellico e bellico. Alla prima categoria fa
capo il “carattere rozzamente industriale” [5] della città che contribuì “a
creare una tipica mentalità provinciale”[6] e di chiusura al nuovo “per cui
tutto ciò che - veniva intuito come - italiano, o semplicemente straniero” [7],
veniva “guardato con altezzosa diffidenza” [8]. Inoltre, il carattere
industriale della città comportò altri due effetti-freno all’espansione
dell’italiano: la mancata formazione di interessi di tipo intellettuale nei
ceti lavoratori attivi nel settore secondario [9] e, di conseguenza,
l’attenzione riposta nel campo dell’insegnamento universitario locale alle
discipline scientifiche, tecniche ed industriali” [10]. Una prima limitazione
legata al quadro storico di riferimento fu, invece, la posizione sospetta e mal
vista dell’insegnamento dell’italiano a Leeds in concomitanza con la guerra
d’Etiopia. Durante l’anno accademico 1935 - 36, il lettorato subì “l’influsso
negativo delle contingenze politiche” [11]” conducendo da un lato alla mancata
iscrizione di nuovi alunni, dall’altro al ritiro delle frange socialiste e
liberali [12]. Il governo italiano cercò di intensificare la portata della
presenza culturale italiana in questa difficile fase attraverso l’invio,
realizzato a mezzo della DIE (Direzione
generale degli Italiani all’estero), di circa duecento pubblicazioni donate
dalla Reale Accademia d’Italia [13]. “Nuove limitazioni pratiche” [14]”
all’espansionismo culturale furono poste, poi, dalla seconda guerra mondiale,
“momento sfavorevolissimo per ogni iniziativa di tipo culturale” [15]. La
guerra comportò, in particolare, il rifugio del pubblico in zone periferiche a
carattere rurale [16]. Lo sfoltimento del pubblico ebbe come rilevante ripercussione
anche una forte limitazione delle attività didattiche, con riguardo sia a
quelle degli istituti serali che dell’università, a causa della necessaria
diminuzione delle ore di insegnamento.
Entrambe le tipologie delle limitazioni esposte
dettarono le strategie e gli obiettivi della propaganda. L’impellenza di
raggiungere i ceti operai e, più ad ampio raggio, un pubblico non animato da
interessi culturali, fu realizzato mediante escamotages
diversi: l’inserimento dell’insegnamento dell’italiano industriale in
istituti di grado inferiore a quello universitario è solo uno dei più
significativi esempi [17].
Un altro strumento di primo piano per
raggiungere categorie diverse di persone risultarono essere le biblioteche. Le
biblioteche italiane a Leeds possono essere ricondotte a tre tipi: la sezione
italiana della biblioteca universitaria, la biblioteca dipartimentale ed il
fondo periodici [18]. Se la biblioteca comunale della città mirava al pubblico
dei non specialisti, la biblioteca universitaria, la biblioteca dipartimentale
ed il fondo periodici puntavano agli utenti legati al mero contesto accademico.
Ma per raggiungere una tipologia di soggetti che, seppure non specializzati nel
campo dell’insegnamento e della ricerca universitaria, con maggiore interesse e
maggiori probabilità di riuscita avrebbe accolto il messaggio e l’influsso
della propaganda, furono anche escogitate altre strategie ed attività. Ad
esempio, attraverso i corsi serali di italiano si tentò di far presa su
un’utenza esterna al contesto accademico e, purtuttavia, istruita. Questa
fascia di pubblico era costituita soprattutto dai ceti medi della società, per
loro natura maggiormente inclini allo sviluppo e alla perseveranza in interessi
di tipo intellettuale. La parte più significativa fu costituita dagli
insegnanti di scuola media secondaria [19].
Nella sua opera di diffusione culturale e
politica il governo italiano beneficiò del concorso di figure ricadenti in
ambiti operativi diversi: docenti e burocrati italiani e personalità britanniche
legate all’ambiente universitario. Si è già detto di Adriano Ungaro a cui si
deve la menzionata conversione del lettorato in permanente, lo svolgimento di
un ruolo importante per la fondazione e la fornitura delle biblioteche della
città [20] e l’utilizzo nell’opera propagandistica del potere delle immagini.
Un esempio è offerto dalla tenuta del corso di storia dell’architettura
italiana che proponeva “dieci conferenze illustrate da oltre duecentocinquanta
dispositivi […] dall’architettura paleocristiana fino alle fabbriche erette in
questi ultimi anni” [21]. Questo ultimo espediente, in particolare, consentiva
di tenere desta l’attenzione dei presenti e, al contempo, di fare indirettamente
propaganda politica pura. Dando lustro ai traguardi conseguiti grazie al
fascismo nel campo del settore industriale, finiva infatti per gettare luce
sulla potenza economica mussoliniana. Una figura legata al mondo universitario
inglese è, invece, quella del vice
chancelloer, Jamie Baillie, fan della
cultura italiana e simpatizzante dell’Italia fascista. Il sentimento filo
italiano del Baillie trova conferma anche dalla sua “corrispondenza” e
collaborazione con il Consolato generale d’Italia a Liverpool [22]. Nel campo
delle autorità politiche una figura chiave fu quella del console Antonio
Rotini. Il profilo di Rotini si caratterizzò per il forte coinvolgimento e
impegno politico. I documenti inviati alla Farnesina da Liverpool lasciano
respirare una vivacità di intervento ed un coinvolgimento che non mancò,
neppure, di colorarsi di sfumature critiche se si pensa alla sua “auto-riflessione”
e alla “definizione-difesa” dell’ originalità del proprio pensiero. Ben rende
l’idea di questo atteggiamento un tele-espresso inviato a Roma nel 1939 in cui
il console dichiara:
“Io stesso mi fo’ un dovere di essere
costantemente presente in questa opera di italianeità, la più delicata e
difficile, con la parte migliore di me stesso; sia stimolando l’attività, sia incrementando
il rendimento di tutti i miei collaboratori: e non solamente degli insegnanti
d’italiano, italiani di cittadinanza, ma anche degli insegnanti inglesi. È
superfluo aggiungere che la mia attiva presenza si esplica nell’unico modo
possibile; e cioè discutendo con essi e affinando in me stesso e in loro stessi
la conoscenza degli ostacoli da superare e del modo migliore di vincere le
molte difficoltà e le differenze frapposte da un ambiente tenacemente avverso,
nonchè la conoscenza del modo più adatto di presentare certi dati di cultura e
certi problemi che sarebbero difficilmente accetti se fossero esposti nelle
forme consuete” [23].
Rotini finisce per sottolineare l’efficacia di
una forma di propaganda in grado di penetrare “molti aspetti della nostra
cultura e che abilmente cerca di conciliare le ragioni proprie della nostra
spiritualità con le particolarissime esigenze e le strane, caparbie ombrosità
di questo popolo” [24]. Detto in altri termini, il console fondò la linea
operativa da lui proposta su due elementi importanti: l’attenta osservazione
della mentalità e delle attitudini lavorative del popolo inglese e il
conseguente impatto che le diverse modalità di propaganda italiana avrebbe
potuto giocare su di esse. Basando la sua proposta su questi elementi si spinse
a proporre una cauta estensione delle attività di propaganda al di fuori dei
confini dell’università [25] ricordando quanto segue:
“Benchè - l’Università di Leeds - non abbia la
fama di Cambridge o Oxford segue tuttavia delle regole improntate ad una
severità conventuale e, una volta che ha accettato nei suoi ranghi il prof.
Ungaro, mal tollererebbe che quest'ultimo si abbandonasse ad un’attività
marginale troppo visibile e i cui risultati concreti non sarebbero lontanamente
paragonabili a quelli che egli può ottenere, e di fatti ottiene, non solo con
una vita esemplare, ma anche con uno scrupoloso, costante, delicato apostolato
esercitato dalla cattedra […] una estensione della sua attività fuori
dell’ambiente universitario in concorrenza a quella che egli già svolge in seno
a questo, (soprattutto se si rifletta alle peculiari condizioni di quella città
ed al modo di pensare dei dirigenti dell’Università medesima, inspirato ad una
severa intransigenza) verrebbe certo falsamente e malamente interpretata [26].
A detta del politico italiano, uno dei pilastri
ispiratori dell’azione politica dovrebbe dunque essere quello di tener ben in
conto, la “diversa umanità degli inglesi, in cospetto ai quali, l’unico modo di
far propaganda, è quello di compiere ferreamente il proprio dovere e di
concentrarsi in esso invece di espandersi in attività marginali” [27] come
potrebbero risultare i corsi degli istituti magistrali e commerciali. A
sostegno del suo atteggiamento politico rispetto all’estensione della
propaganda in altri ambiti il console ricorda la sua visione a proposito
dell’insegnamento dell’italiano nell’istituto commerciale di Leeds, attività
contraria al “costume accademico, secondo il quale l’attività dei docenti
dovrebbe essere limitata all’insegnamento superiore ” [28]. La scelta delle
linee operative proposte da Rotini finì tuttavia per non prevalere e, insieme a
tutti gli altri pezzi della macchina della propaganda sfociò nel mare, che
tutto inondò e sommerse, della guerra.
NOTE
[1] I finanziamenti del governo fascista al lettorato di
Leeds sono comprovati da numerosi record
dell’ASMAE (Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri).
Vedi almeno: Copia di relazione inviata
al I.I.I (Istituto Interuniversitario Internazionale) del prof. Adriano Ungaro,
Università di Leeds, s.d. ma 1937; Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a
Liverpool, Università di Leeds, anno
accademico 1937 - 38, Prima relazione; Dino Grandi al MAE, tele espresso n.
1018-466 del 21 Febbraio 1938, con oggetto Lettorato
italiano dell’Università di Leeds, tutti in ASMAE, AS (Archivio Scuole), 1925
- 45, II vers., b. 36, sott. Leeds,
Università - lettorato, 1937 - 38.
[2] Copia di
relazione inviata al I.I.I del prof. Adriano Ungaro, cit. Vedi anche
Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università di Leeds. Relazione
dell’anno accademico 1937 - 38, cit.
[3] Copia di
relazione inviata al I.I.I del prof. Adriano Ungaro, cit.
[4] Dino Grandi al MAE, 21 Febbraio 1938, Lettorato italiano dell’Università di Leeds,
in ASMAE, AS, 1925 - 45, II vers., b. 36, sott. Leeds, Università - lettorato, 1937 - 38 .
[5] Rotini al MAE e p.c. all’AL, tele espresso n.
2468-194 del 23 Dicembre 1940 con oggetto Lettorato
d’italiano in Leeds, in Ivi.
[6] Ibidem.
[7] Ibidem.
[8] Ibidem.
[9] Leggi “Per quanto modesta - la condizione
faticosamente conquistata negli ultimi anni - essa è certamente la migliore
consentita dalle attuali condizioni degli studi italiani in Inghilterra e dalle
comprensibili limitazioni di una città industriale quale è Leeds” in Adraiano
Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università
di Leeds, anno accademico 1938 - 39, Prima relazione, in Ivi e Copia della relazione inviata all’I.I.I,
cit.
[10] Copia di
relazione inviata all’III, cit.
[11] Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università di Leeds, Anno accademico 1935 -
36, Prima relazione, in Ivi.
[12] Ibidem. Per “le ripercussioni indirette della
tensione italo - inglese” vedi anche Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a
Liverpool, Università di Leeds. Anno
accademico 1935 - 36, Terza relazione, in Ivi. A detta del lettore di
italiano a Leeds “l’influsso dello stato d’animo generale si è manifestato: a)
nella assenza quasi assoluta di iscritti al primo anno, b) nel ritiro
sintomatico di alcuni elementi esterni, c) nello scarso successo di nuove
iscrizioni alle classi per adulti esterni
che avevano ottenuto precedentemente risultati tanto promettenti”.
[13] De Cicco a Gloria, tele espresso n. 3178 - 349 del
20 Ottobre 1936 con oggetto Invio libri
alla università di Leeds; Gloria a De Cicco (DIE), tele espresso n. 3178 -
349 del 24 Novembre 1936 recante il
medesimo oggetto. Vedi anche gli elenchi di pubblicazioni contenuti nel
medesimo sotto fascio in allegato ai documenti in Ivi.
[14] Rotini al MAE e all’Ambasciata di Londra, tele
espresso 2470-195 del 26 Dicembre 1939 con oggetto Lettorato di Leeds, in Ivi.
[15] Ibidem.
[16] Rotini al MAE e all’Ambasciata di Londra, tele
espresso 2470-195 del 26 Dicembre 1939 con oggetto Lettorato di Leeds.
[17] Copia di
relazione per l’I.I.I. cit e Adriano Ungaro al Consolato di Liverpool, Relazione dell’anno accademico 1937 - 38, cit.
[18] Per le informazioni sulle diverse tipologie di
biblioteche italiane a Leeds vedi Università
di Leeds, Anno accademico 1935 - 36, Terza relazione, cit. Vedi per le
donazioni dall’Italia De Cicco a Gloria, tele espresso n. 3178 - 349 cit, e
Gloria a De Cicco (DIE), tele espresso n. 3178 - 349, cit. Per i sussidi
dell’università di Leeds Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università di Leeds, Anno accademico 1935 -
36, Terza relazione, cit; Adriano Ungaro a Piero Parini, 27 Marzo 1935,
ASMAE, AS, 1929-35, b.973, sott., Soc.
delle Nazioni, Istituto di cooperazione intellettuale, 1934-35; Vedi l’ Elenco delle pubblicazioni che si inviano
alla Università di Leeds, in ASMAE, AS 1925 - 45, II vers, b. 36, f. Leeds, Università - Lettorato, 1937 - 38.
[19] Rotini al MAE e all’Ambasciata di Londra, tele
espresso 2470-195 del 26 Dicembre 1939 con oggetto Lettorato di Leeds, cit.
[20] A proposito di Ungaro e le biblioteche vedi, tra le
altre fonti archivistiche reperibili, anche Adriano Ungaro a Camillo
Pellizzi,15 Gennaio 1935 in AFUS (Archivio Fondazione Ugo Spirito), ACP
(Archivio Camillo Pellizzi), Serie V, b. 31.
[21] Adriano Ungaro al Consolato generale d’Italia, Università di Leeds, anno accademico 1937 - 38, cit.
[22] Copia di
lettera ricevuta da Sir James E. Baillie, Vice Cancelliere dell’Università di
Leeds, in Ivi.
[23] Rotini al MAE e p.c. all’AL, tele espresso n.
2468-194 del 23 Dicembre 1940 con oggetto Lettorato
d’italiano in Leeds, in Ivi.
[24] Ibidem.
[25] Rotini al MAE e all’Ambasciata di Londra,
telespresso 2470-195 del 26 Dicembre 1939 con oggetto Lettorato di Leeds, in Ivi.
[26] Ibidem.
[27] Ibidem.
[28] Ibidem.