11/04/13

Tamara Colacicco, L’ITALIANO A LEEDS TRA DIFFUSIONE CULTURALE E PROPAGANDA POLITICA (1933-1939)


Sin dalla sua primissima istituzione l’inserimento dell’italiano come disciplina di insegnamento presso l’Università Leeds si presentò come un importate tassello della propaganda fascista in Gran Bretagna. Il governo centrale supportò l’impresa anche da una prospettiva economica finanziando direttamente da Roma le attività legate allo sviluppo degli studi italianistici presso questa città [1]

Istituito nel 1933, dopo quattro anni di attività svolte sotto il segno di carattere straordinario, il lettorato fu convertito in insegnamento ordinario permanente nel 1937 [2] Questo passaggio ebbe non già “per solo effetto la continuità, ma anche la definitiva e completa equiparazione dell’italiano alle altre lingue moderne” [3] come il tedesco, il francese e lo spagnolo. L’allora ambasciatore italiano a Londra Dino Grandi, lo attribuisce “allo zelo ed all’energia del Dr. Adriano Ungaro” [4].  

Purtuttavia, la diffusione dell’italiano incontrò a Leeds molteplici difficoltà. Malgrado le loro profonde divergenze queste sono sostanzialmente riconducibili a due categorie: limitazioni legate a motivazioni di carattere socio - economico e culturale e limitazioni indotte dalla contingenza del momento storico prebellico e bellico. Alla prima categoria fa capo il “carattere rozzamente industriale” [5] della città che contribuì “a creare una tipica mentalità provinciale”[6] e di chiusura al nuovo “per cui tutto ciò che - veniva intuito come - italiano, o semplicemente straniero” [7], veniva “guardato con altezzosa diffidenza” [8]. Inoltre, il carattere industriale della città comportò altri due effetti-freno all’espansione dell’italiano: la mancata formazione di interessi di tipo intellettuale nei ceti lavoratori attivi nel settore secondario [9] e, di conseguenza, l’attenzione riposta nel campo dell’insegnamento universitario locale alle discipline scientifiche, tecniche ed industriali” [10]. Una prima limitazione legata al quadro storico di riferimento fu, invece, la posizione sospetta e mal vista dell’insegnamento dell’italiano a Leeds in concomitanza con la guerra d’Etiopia. Durante l’anno accademico 1935 - 36, il lettorato subì “l’influsso negativo delle contingenze politiche” [11]” conducendo da un lato alla mancata iscrizione di nuovi alunni, dall’altro al ritiro delle frange socialiste e liberali [12]. Il governo italiano cercò di intensificare la portata della presenza culturale italiana in questa difficile fase attraverso l’invio, realizzato a  mezzo della DIE (Direzione generale degli Italiani all’estero), di circa duecento pubblicazioni donate dalla Reale Accademia d’Italia [13]. “Nuove limitazioni pratiche” [14]” all’espansionismo culturale furono poste, poi, dalla seconda guerra mondiale, “momento sfavorevolissimo per ogni iniziativa di tipo culturale” [15]. La guerra comportò, in particolare, il rifugio del pubblico in zone periferiche a carattere rurale [16]. Lo sfoltimento del pubblico ebbe come rilevante ripercussione anche una forte limitazione delle attività didattiche, con riguardo sia a quelle degli istituti serali che dell’università, a causa della necessaria diminuzione delle ore di insegnamento.

Entrambe le tipologie delle limitazioni esposte dettarono le strategie e gli obiettivi della propaganda. L’impellenza di raggiungere i ceti operai e, più ad ampio raggio, un pubblico non animato da interessi culturali, fu realizzato mediante escamotages diversi: l’inserimento dell’insegnamento dell’italiano industriale in istituti di grado inferiore a quello universitario è solo uno dei più significativi esempi [17].

Un altro strumento di primo piano per raggiungere categorie diverse di persone risultarono essere le biblioteche. Le biblioteche italiane a Leeds possono essere ricondotte a tre tipi: la sezione italiana della biblioteca universitaria, la biblioteca dipartimentale ed il fondo periodici [18]. Se la biblioteca comunale della città mirava al pubblico dei non specialisti, la biblioteca universitaria, la biblioteca dipartimentale ed il fondo periodici puntavano agli utenti legati al mero contesto accademico. Ma per raggiungere una tipologia di soggetti che, seppure non specializzati nel campo dell’insegnamento e della ricerca universitaria, con maggiore interesse e maggiori probabilità di riuscita avrebbe accolto il messaggio e l’influsso della propaganda, furono anche escogitate altre strategie ed attività. Ad esempio, attraverso i corsi serali di italiano si tentò di far presa su un’utenza esterna al contesto accademico e, purtuttavia, istruita. Questa fascia di pubblico era costituita soprattutto dai ceti medi della società, per loro natura maggiormente inclini allo sviluppo e alla perseveranza in interessi di tipo intellettuale. La parte più significativa fu costituita dagli insegnanti di scuola media secondaria [19].

Nella sua opera di diffusione culturale e politica il governo italiano beneficiò del concorso di figure ricadenti in ambiti operativi diversi: docenti e burocrati italiani e personalità britanniche legate all’ambiente universitario. Si è già detto di Adriano Ungaro a cui si deve la menzionata conversione del lettorato in permanente, lo svolgimento di un ruolo importante per la fondazione e la fornitura delle biblioteche della città [20] e l’utilizzo nell’opera propagandistica del potere delle immagini. Un esempio è offerto dalla tenuta del corso di storia dell’architettura italiana che proponeva “dieci conferenze illustrate da oltre duecentocinquanta dispositivi […] dall’architettura paleocristiana fino alle fabbriche erette in questi ultimi anni” [21]. Questo ultimo espediente, in particolare, consentiva di tenere desta l’attenzione dei presenti e, al contempo, di fare indirettamente propaganda politica pura. Dando lustro ai traguardi conseguiti grazie al fascismo nel campo del settore industriale, finiva infatti per gettare luce sulla potenza economica mussoliniana. Una figura legata al mondo universitario inglese è, invece, quella del vice chancelloer, Jamie Baillie, fan della cultura italiana e simpatizzante dell’Italia fascista. Il sentimento filo italiano del Baillie trova conferma anche dalla sua “corrispondenza” e collaborazione con il Consolato generale d’Italia a Liverpool [22]. Nel campo delle autorità politiche una figura chiave fu quella del console Antonio Rotini. Il profilo di Rotini si caratterizzò per il forte coinvolgimento e impegno politico. I documenti inviati alla Farnesina da Liverpool lasciano respirare una vivacità di intervento ed un coinvolgimento che non mancò, neppure, di colorarsi di sfumature critiche se si pensa alla sua “auto-riflessione” e alla “definizione-difesa” dell’ originalità del proprio pensiero. Ben rende l’idea di questo atteggiamento un tele-espresso inviato a Roma nel 1939 in cui il console dichiara:

“Io stesso mi fo’ un dovere di essere costantemente presente in questa opera di italianeità, la più delicata e difficile, con la parte migliore di me stesso; sia stimolando l’attività, sia incrementando il rendimento di tutti i miei collaboratori: e non solamente degli insegnanti d’italiano, italiani di cittadinanza, ma anche degli insegnanti inglesi. È superfluo aggiungere che la mia attiva presenza si esplica nell’unico modo possibile; e cioè discutendo con essi e affinando in me stesso e in loro stessi la conoscenza degli ostacoli da superare e del modo migliore di vincere le molte difficoltà e le differenze frapposte da un ambiente tenacemente avverso, nonchè la conoscenza del modo più adatto di presentare certi dati di cultura e certi problemi che sarebbero difficilmente accetti se fossero esposti nelle forme consuete” [23].

Rotini finisce per sottolineare l’efficacia di una forma di propaganda in grado di penetrare “molti aspetti della nostra cultura e che abilmente cerca di conciliare le ragioni proprie della nostra spiritualità con le particolarissime esigenze e le strane, caparbie ombrosità di questo popolo” [24]. Detto in altri termini, il console fondò la linea operativa da lui proposta su due elementi importanti: l’attenta osservazione della mentalità e delle attitudini lavorative del popolo inglese e il conseguente impatto che le diverse modalità di propaganda italiana avrebbe potuto giocare su di esse. Basando la sua proposta su questi elementi si spinse a proporre una cauta estensione delle attività di propaganda al di fuori dei confini dell’università [25] ricordando quanto segue:

“Benchè - l’Università di Leeds - non abbia la fama di Cambridge o Oxford segue tuttavia delle regole improntate ad una severità conventuale e, una volta che ha accettato nei suoi ranghi il prof. Ungaro, mal tollererebbe che quest'ultimo si abbandonasse ad un’attività marginale troppo visibile e i cui risultati concreti non sarebbero lontanamente paragonabili a quelli che egli può ottenere, e di fatti ottiene, non solo con una vita esemplare, ma anche con uno scrupoloso, costante, delicato apostolato esercitato dalla cattedra […] una estensione della sua attività fuori dell’ambiente universitario in concorrenza a quella che egli già svolge in seno a questo, (soprattutto se si rifletta alle peculiari condizioni di quella città ed al modo di pensare dei dirigenti dell’Università medesima, inspirato ad una severa intransigenza) verrebbe certo falsamente e malamente interpretata [26].

A detta del politico italiano, uno dei pilastri ispiratori dell’azione politica dovrebbe dunque essere quello di tener ben in conto, la “diversa umanità degli inglesi, in cospetto ai quali, l’unico modo di far propaganda, è quello di compiere ferreamente il proprio dovere e di concentrarsi in esso invece di espandersi in attività marginali” [27] come potrebbero risultare i corsi degli istituti magistrali e commerciali. A sostegno del suo atteggiamento politico rispetto all’estensione della propaganda in altri ambiti il console ricorda la sua visione a proposito dell’insegnamento dell’italiano nell’istituto commerciale di Leeds, attività contraria al “costume accademico, secondo il quale l’attività dei docenti dovrebbe essere limitata all’insegnamento superiore ” [28]. La scelta delle linee operative proposte da Rotini finì tuttavia per non prevalere e, insieme a tutti gli altri pezzi della macchina della propaganda sfociò nel mare, che tutto inondò e sommerse, della guerra.


NOTE

[1] I finanziamenti del governo fascista al lettorato di Leeds sono comprovati da numerosi record dell’ASMAE (Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri). Vedi almeno: Copia di relazione inviata al I.I.I (Istituto Interuniversitario Internazionale) del prof. Adriano Ungaro, Università di Leeds, s.d. ma 1937; Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università di Leeds, anno accademico 1937 - 38, Prima relazione; Dino Grandi al MAE, tele espresso n. 1018-466 del 21 Febbraio 1938, con oggetto Lettorato italiano dell’Università di Leeds, tutti in ASMAE, AS (Archivio Scuole), 1925 - 45, II vers., b. 36, sott. Leeds, Università - lettorato, 1937 - 38.

[2] Copia di relazione inviata al I.I.I del prof. Adriano Ungaro, cit. Vedi anche Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università di Leeds. Relazione dell’anno accademico 1937 - 38, cit.

[3] Copia di relazione inviata al I.I.I del prof. Adriano Ungaro, cit.

[4] Dino Grandi al MAE, 21 Febbraio 1938, Lettorato italiano dell’Università di Leeds, in ASMAE, AS, 1925 - 45, II vers., b. 36, sott. Leeds, Università - lettorato, 1937 - 38 .

[5] Rotini al MAE e p.c. all’AL, tele espresso n. 2468-194 del 23 Dicembre 1940 con oggetto Lettorato d’italiano in Leeds, in Ivi.

[6] Ibidem.

[7] Ibidem.

[8] Ibidem.

[9] Leggi “Per quanto modesta - la condizione faticosamente conquistata negli ultimi anni - essa è certamente la migliore consentita dalle attuali condizioni degli studi italiani in Inghilterra e dalle comprensibili limitazioni di una città industriale quale è Leeds” in Adraiano Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università di Leeds, anno accademico 1938 - 39, Prima relazione, in Ivi e Copia della relazione inviata all’I.I.I, cit. 

[10] Copia di relazione inviata all’III, cit.

[11] Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università di Leeds, Anno accademico 1935 - 36, Prima relazione, in Ivi.

[12] Ibidem.  Per “le ripercussioni indirette della tensione italo - inglese” vedi anche Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università di Leeds. Anno accademico 1935 - 36, Terza relazione, in Ivi. A detta del lettore di italiano a Leeds “l’influsso dello stato d’animo generale si è manifestato: a) nella assenza quasi assoluta di iscritti al primo anno, b) nel ritiro sintomatico di alcuni elementi esterni, c) nello scarso successo di nuove iscrizioni alle classi per adulti esterni  che avevano ottenuto precedentemente risultati tanto promettenti”.

[13] De Cicco a Gloria, tele espresso n. 3178 - 349 del 20 Ottobre 1936 con oggetto Invio libri alla università di Leeds; Gloria a De Cicco (DIE), tele espresso n. 3178 - 349  del 24 Novembre 1936 recante il medesimo oggetto. Vedi anche gli elenchi di pubblicazioni contenuti nel medesimo sotto fascio in allegato ai documenti in Ivi.

[14] Rotini al MAE e all’Ambasciata di Londra, tele espresso 2470-195 del 26 Dicembre 1939 con oggetto Lettorato di Leeds, in Ivi.

[15] Ibidem.

[16] Rotini al MAE e all’Ambasciata di Londra, tele espresso 2470-195 del 26 Dicembre 1939 con oggetto Lettorato di Leeds.

[17] Copia di relazione per l’I.I.I. cit e  Adriano Ungaro al Consolato di Liverpool, Relazione dell’anno accademico 1937 - 38, cit.

[18] Per le informazioni sulle diverse tipologie di biblioteche italiane a Leeds vedi Università di Leeds, Anno accademico 1935 - 36, Terza relazione, cit. Vedi per le donazioni dall’Italia De Cicco a Gloria, tele espresso n. 3178 - 349 cit, e Gloria a De Cicco (DIE), tele espresso n. 3178 - 349, cit. Per i sussidi dell’università di Leeds Adriano Ungaro al Consolato d’Italia a Liverpool, Università di Leeds, Anno accademico 1935 - 36, Terza relazione, cit; Adriano Ungaro a Piero Parini, 27 Marzo 1935, ASMAE, AS, 1929-35, b.973, sott., Soc. delle Nazioni, Istituto di cooperazione intellettuale, 1934-35; Vedi l’ Elenco delle pubblicazioni che si inviano alla Università di Leeds, in ASMAE, AS 1925 -  45, II vers, b. 36, f. Leeds, Università - Lettorato, 1937 - 38.

[19] Rotini al MAE e all’Ambasciata di Londra, tele espresso 2470-195 del 26 Dicembre 1939 con oggetto Lettorato di Leeds, cit.

[20] A proposito di Ungaro e le biblioteche vedi, tra le altre fonti archivistiche reperibili, anche Adriano Ungaro a Camillo Pellizzi,15 Gennaio 1935 in AFUS (Archivio Fondazione Ugo Spirito), ACP (Archivio Camillo Pellizzi), Serie V, b. 31.

[21] Adriano Ungaro al Consolato generale d’Italia, Università di Leeds, anno accademico 1937 - 38, cit.

[22] Copia di lettera ricevuta da Sir James E. Baillie, Vice Cancelliere dell’Università di Leeds, in Ivi.

[23] Rotini al MAE e p.c. all’AL, tele espresso n. 2468-194 del 23 Dicembre 1940 con oggetto Lettorato d’italiano in Leeds, in Ivi.

[24] Ibidem.

[25] Rotini al MAE e all’Ambasciata di Londra, telespresso 2470-195 del 26 Dicembre 1939 con oggetto Lettorato di Leeds, in Ivi.

[26] Ibidem.

[27] Ibidem.

[28] Ibidem.