19/03/13

Choo Chang Min, 광해, 왕이 된 남자 (MASQUERADE)



Con Lee Byung Hun, Han Hyo Joo, Ryoo Seung Ryon.


Il titolo coreano significa “Ghwanghae, l’uomo che divenne re”. Ghwanghae, nella storia reale, fu un re della dinastia Jeoson che cercò di distanziarsi dalla Cina e riformò aspetti del sistema sociale. La vicenda dello scambio di ruoli tra il re e Ha Sun, un teatrante che gli somiglia, durante un periodo di malattia del sovrano dovuta ad avvelenamento, centrale nel film, è immaginaria.

Abbiamo trovato un riferimento al Principe e il povero di Mark Twain [1], interessante intreccio di assunti narrativi occidentali e orientali, come spesso accade nella cinematografia e nelle serie coreane. Nondimeno un richiamo filmico va fatto al Kagemusha di Kurosawa. In ogni caso, Masquerade, pur riprendendo il motivo fabulistico, si differenzia da entrambi, procedendo per proprio conto.

L’elemento principale è che, a sostituzione avvenuta, Ha Sun si rivela non un pupazzo nelle mani del potere, bensì è dotato di indipendenza di giudizio, autorevolezza e sentimenti di solidarietà per il popolo oltre che di senso di indipendenza nei confronti del potente vicino cinese. Riesce a imprimere alla corte un andamento nuovo, a operare con giustizia, a restaurare fiducia nella figura regale e a riconquistare il cuore della regina, che Ghwanghae aveva trascurato, relegandola in un ruolo secondario. Sarà proprio lei a scoprire l’impostura, ma provando misericordia per l’impersonatore che si è frattanto guadagnato la stima del primo ministro e di un generale che, quando il re riprende le proprie funzioni e cerca di far eliminare, come comanda la ragion di stato, Ha Sun, lo difende fino all’ultimo, consentendogli di fuggire.

Accurata la ricostruzione degli interni e dei palazzi, dei costumi e dei comportamenti, con un che di sontuoso ma non esageratamente. Composta e ben eseguita la recitazione.

[Roberto Bertoni]



[1] Cfr. Asianwiki.