15/02/13

Raffaele Taddeo, LETTERATURA NASCENTE



[Tourists rather than migrants (Montmartre, 2012). Foto Rb]






























Raffaele Taddeo, Letteratura nascente. Sottotitolo: Letteratura italiana della migrazione. Autori e poetiche. Milano, Raccolto edizioni, 2006


Si tratta di uno dei primi testi critici italiani che hanno dato sistematizzazione alla letteratura scritta da migranti, con una definizione “letteratura nascente”, che ha avuto una sua storicità, oggi sostituita di preferenza da “letteratura migrante”, o, come nel sottotitolo del libro di Taddeo, “letteratura della migrazione”.

Il libro contiene una “mappa” della narrativa e poesia scritta da migranti in italiano; o a quattro mani, come spesso nei primi testi pubblicati, con l’aiuto di italiani. Tra i nomi di autori di narrativa, qui scelti più per percorsi personali del recensore che per criteri di obiettiva maggiore o minore importanza, oltre a scrittori italiani ormai affermati come Carmine Abate, per lo spiegamento spaziotemporale e linguistico tra Calabria, Albania e Germania, ed Erminia dell’Oro, scrittrice con cittadinanza sia eritrea che italiana, si ricordano, tra gli esordienti di origine straniera dagli anni Ottanta in poi, Fatima Ahmed, Adrian Nazareno Bravi, Pap Kouma, Tahar Lamri, Salah Methani, Igiaba Scego, Laila Waidia, Bijan Zarmandili.

Nel primo capitolo, intitolato Caratteristiche dell’immigrazione, Taddeo nota l’origine economica della migrazione verso l’Italia, ma anche gli elementi tardomoderni della trasformazione del migrante, pretestuosa, in minaccia per la comunità in cui si reca, con una costruzione di diversità interpretata da chi la opera come negativa, mentre andrebbe notato che tale presenza significa invece un portato arricchente di cultura. 

Ciò avviene “in presenza di un sistema di rapporti socio-politici mondiali diversi da quelli di altri tempo” e di una “tendenza di spostamento ‘circolare’ dei popoli” (p. 15). La migrazione, rileva giustamente Taddeo, non va certo repressa: è un “mutamento epocale” (p. 18); e “non è solo positivo, progressivo, solidaristico, avanzato politicamente accettare positivamente lo straniero”, ma “è necessario, pena la sopravvivenza economica, culturale e civile” (pp. 18-19).


[Roberto Bertoni]