[Tourists rather than migrants (Montmartre, 2012). Foto Rb]
Raffaele Taddeo, Letteratura nascente. Sottotitolo: Letteratura italiana della migrazione. Autori e poetiche. Milano, Raccolto edizioni, 2006
Si tratta di uno
dei primi testi critici italiani che hanno dato sistematizzazione alla
letteratura scritta da migranti, con una definizione “letteratura nascente”,
che ha avuto una sua storicità, oggi sostituita di preferenza da “letteratura
migrante”, o, come nel sottotitolo del libro di Taddeo, “letteratura della
migrazione”.
Il libro contiene
una “mappa” della narrativa e poesia scritta da migranti in italiano; o a
quattro mani, come spesso nei primi testi pubblicati, con l’aiuto di italiani.
Tra i nomi di autori di narrativa, qui scelti più per percorsi personali del
recensore che per criteri di obiettiva maggiore o minore importanza, oltre a
scrittori italiani ormai affermati come Carmine Abate, per lo spiegamento
spaziotemporale e linguistico tra Calabria, Albania e Germania, ed Erminia dell’Oro,
scrittrice con cittadinanza sia eritrea che italiana, si ricordano, tra gli
esordienti di origine straniera dagli anni Ottanta in poi, Fatima Ahmed, Adrian
Nazareno Bravi, Pap Kouma, Tahar Lamri, Salah Methani, Igiaba Scego, Laila
Waidia, Bijan Zarmandili.
Nel primo
capitolo, intitolato Caratteristiche
dell’immigrazione, Taddeo nota l’origine economica della migrazione verso l’Italia,
ma anche gli elementi tardomoderni della trasformazione del migrante, pretestuosa,
in minaccia per la comunità in cui si reca, con una costruzione di diversità interpretata da chi la opera come negativa, mentre andrebbe notato che
tale presenza significa invece un portato arricchente di cultura.
Ciò avviene “in presenza di un sistema di rapporti socio-politici mondiali diversi da quelli di altri tempo” e di una “tendenza di spostamento ‘circolare’ dei popoli” (p. 15). La migrazione, rileva giustamente Taddeo, non va certo repressa: è un “mutamento epocale” (p. 18); e “non è solo positivo, progressivo, solidaristico, avanzato politicamente accettare positivamente lo straniero”, ma “è necessario, pena la sopravvivenza economica, culturale e civile” (pp. 18-19).
Ciò avviene “in presenza di un sistema di rapporti socio-politici mondiali diversi da quelli di altri tempo” e di una “tendenza di spostamento ‘circolare’ dei popoli” (p. 15). La migrazione, rileva giustamente Taddeo, non va certo repressa: è un “mutamento epocale” (p. 18); e “non è solo positivo, progressivo, solidaristico, avanzato politicamente accettare positivamente lo straniero”, ma “è necessario, pena la sopravvivenza economica, culturale e civile” (pp. 18-19).
[Roberto Bertoni]