Sottotitolo: La letteratura nel villaggio globale. Bologna, Il Mulino, 2011
Sempre più nei romanzi scritti in varie parti del
mondo si notano somiglianze stilistiche e moduli omogenei di
commercializzazione e consumo. In tal senso, più che di “opere che ambiscono
all’universale” nel senso degli elementi canonici e dei valori spirituali e
concettuali, si tratta secondo Coletti di “opere molto traducibili che
ambiscono al mercato globale, desideroso di acquistare prodotti standardizzati e
ben padroneggiabili, ma conditi di sapori locali” (p. 9).
A parere di Coletti si supera la trattura della
letteratura suddivisa in storie nazionali e riemersa con forza nell’Ottocento;
e, nell’ambito della globalizzazione, si adottano criteri extranazionali.
Uno degli elementi è l’introduzione di modelli
occidentali in culture di diverso tipo come quella giapponese e indiana, con
meccanismi di “ibridazione globale”, ma anche l’inserimento tematico di aspetti
del “particolare” e del “regionale”, da ritenersi “primari” in quanto ancorano
il pubblico a un ambiente specifico mentre inseriscono elementi esotici.
Quanto agli autori, si può parlare di una “Pluralità
delle voci nell’omogeneità dei modi comunicativi” (p. 29).
Su un piano di geografia letteraria a livello
tematico, non solo si assiste all’omogeneizzazione degli intrecci, ma si nota
una pluralità di luoghi in cui si muovono i personaggi; e, nel caso dei bestseller internazionali, alla
creazione di “un prodotto [...] indifferente alle specificità della propria
cultura d’origine e solo attento a ciò che in essa è già stato assorbito nel
resto del mondo, [...] un libro per tuti e ovunque. [...] È il tipico romanzo
mondo di formato commerciale” (p. 77).
[Roberto Bertoni]