Carne di cavallo spirito di freccia
la corazza sociale in pezzi,
l’equilibrio fra arco e centro
la traiettoria tira via il superfluo, ,
il cavallo corre, sparge dietro
polvere nei luoghi obsoleti del nome,
non c’è frattura l’occhio e la freccia
concatenati dal cuore.
Per troppe strade confuse,
ritardato il gesto,
lo scarto fra dietro e davanti
immobile,
per ripartire corre, indomato l’occhio,
factotum della freccia intravede l’indiviso,
l’esperienza d’un corpo diviso
la corazza sociale in pezzi,
l’equilibrio fra arco e centro
la traiettoria tira via il superfluo, ,
il cavallo corre, sparge dietro
polvere nei luoghi obsoleti del nome,
non c’è frattura l’occhio e la freccia
concatenati dal cuore.
Per troppe strade confuse,
ritardato il gesto,
lo scarto fra dietro e davanti
immobile,
per ripartire corre, indomato l’occhio,
factotum della freccia intravede l’indiviso,
l’esperienza d’un corpo diviso
cerca
un aiuto indecifrabile,
smette
di cadere nella sua vecchia ferita
sparsa
nel corpo, ne ho strappato
la
coercizione della sua matrice
ricostruendo qualcosa che ricorda l’umano
ricostruendo qualcosa che ricorda l’umano
quel
grido?
vorrei
quell’urlo ma se urlano?
e “voglio”
voglio è sì
sì da
qualunque corpo
occhio,
estrapolato
strappato
l’indiviso
lascia a mani vuote il dolore
che
vorrebbe mettere le lancette all’indietro.