11/05/12

Maureen Gaffney, FLOURISHING

Dublino, Penguin Ireland, 2011

Restiamo piuttosto perplessi di fronte ai manuali di self help in voga da vari anni, per la semplificazione che ci pare presentino nei confronti dei problemi psicologici, la riduzione della psicologia del profondo a comportamento, il vortice di riciclaggio di tutto un po': dalla Gestalt a Freud, dalla posta del cuore alla meditazione orientale, dai consigli che una volta fornivano i buoni amici alle massime di vita degli antichi. Non dubitiamo di quanto questo tipo di saggistica possa avere effetti positivi su determinati lettori, né facciamo di tutte le erbe un fascio, dato che alcuni autori e alcune problematiche si differenziano dalla massa del genere fa' da te

Sembra che il lapalissiano imperi nei libri di cui stiamo parlando; accompagnato dall'invito alla felicità a tutti i costi come imperativo da conseguire con autoaffermazioni, ricette del trito e prescrizioni di buon senso. 

Inoltre la lunghezza, fino a qualche tempo fa ridotta sotto le duecento pagine, è oggi in espansione secondo le regole del best seller tipico anche della narrativa.

Comunque, da Gaffney, cui per certo non ci contrapponiamo in questa sede avendo letto parte del suo precedente lavoro qualificato e serio di psicologa, ci aspettavamo qualcosa di più approfondito in senso accademico pur nel mantenere la leggibilità di un'opera concepita per il grande pubblico. 

Si tratta di un libro molto lungo che poteva essere ridotto alla metà o meno. Se da un lato esprime idee da prendere in doverosa considerazione sull'importanza non solo della positività, ma anche della negatività come autodifesa, e descrive con calma e in modo non inquietante ma utile la dinamica della depressione e la necessità di uscirne, offrendo spunti non solo basati sull'autoprescrizione, ma anche sul vantaggio per sé e per gli altri del darsi scopi, aiutare il prossimo, uscire dai circoli viziosi dell'autorimprovero e dell'autoisolamento, nondimeno resta poi inevitabilmente, come trascinato dal genere letterario in cui si inserisce, dal lato del consigliare a chi è triste di non esserlo, a chi non ha amici di uscire con gli amici, a chi non ha scopi di crearsi degli scopi. Forse si dovrebbe maggiormente insistere sulle costrizioni sociali generate dallo stato di cose presente, più che su un'energia interiore che la situazione socioculturale non sempre permette di mobilitare.

Poniamo: cosa consigliamo per essere felice a una persona pensionata con emolumenti sotto gli ottocento euro al mese e che vive sola? O a una persona sotto i quarant'anni con lo stesso stipendio e disoccupata cronicamente a causa della crisi economica perdurante?

[Roberto Bertoni]