07/06/11

Laura Accerboni, TRE POESIE

1.

No,
neanche questa notte
ci salveremo:
di noi
si domanderanno
incerti,
i cieli futuri,
quale colpa
e quale inganno
hanno reso
questi sogni
né cosa viva
né cosa morta?


2.

Non mi vedi più
eppure mai sono stato.
Sono solo creazione
della tua mano
non parte della tua nascita.
Ho giocato con la costola
del primo uomo.
Avvicina l’occhio
alla stanza:
dove sono gli angeli
che ti ho donato?


3.

Vi dico
che i fossi sono
ormai addormentati
sotto ciò che tranquillizza l’uomo
nelle sue vesti di ritorno.

Ora non è più l’andare
nuovamente e ancora
nell’eterno,
che non è più il restare
dei ritrovati.

Annegare nella terra
non è
che un voltarsi degli occhi
che si riprendono
al loro margine
naturalmente.