05/06/11

Ermanno Rea, NAPOLI FERROVIA


[Railway tracks (not in Naples, though). Foto di Marzia Poerio]


Ermanno Rea, NAPOLI FERROVIA. Milano, Rizzoli, 2007

Il procedimento narrativo è in parte simile a quello della DISMISSIONE, con un narratore in prima persona e un interlocutore, il quale ultimo, questa volta, si presenta nel corso del libro come reale, un frequentore delle zone adiacenti alla stazione di Napoli, soprannominato Caracas, ma la sua esistenza viene messa in dubbio, negata cioè e poi affermata, lasciando così spazio alla confusione sullo statuto del personaggio: "Caracas non è mai esistito; forse mi sono inventato ogni evento di sana pianta" e "Chi mi conosce sa che non mi sono inventato nulla. Figurarsi un personaggio come Caracas!" (p. 357).

Vero o meno che sia Caracas, o il suo modello reale, è vero che rappresenta un prototipo di antitesi del narratore in prima persona, i cui dati biografici riflettono in parte quelli dell'autore. In questo gioco di prospettive già è insito un metalinguaggio letterario.

Nondimeno l'argomento del libro è Napoli, sul piano saggistico e memoriale che coesiste con quello narrativo e dialogico.

Una città ricordata soprattutto negli anni Quaranta e Cinquanta e comparata a quella odierna e ai suoi elementi di degrado. Un apagina su una macchina fotografica regalata al narratore in prima persona dal padre sembra indicare non solo una passione per la fotografia, ma lo scopo e la forma di qeusto libro: "il mio senso soprattutto visivo, fenomelogico del mondo. E cominciai a fotografare la città, modella perfettamente disinibita del dolore e della gioia, sempre piena di scorci ineffabili, di volti intensamente espressivi, di situazioni paradossali [...]. Ogni fotografia costituiva un passo avanti nel processo di conoscenza di me stesso attraverso la città. O forse la città svestita, penetrata, scandagliata dai miei occhi insaziabili" (p. 245).

La soggettività narrante evoca momenti dellla propria adesione al comunismo e di quella del padre, mentre l'interlocutore e antitesi si dichiara nazista e si rivela contraddittorio combinando l'ideologia di destra con la conversione all'Islam e la comprensione della povertà, protagonista inoltre di una pietosa storia d'amore con una ragazza eroinomane.

Come se Rea tentasse di dialogare con l'opposto più che di esorcizzarlo evitandolo, frattanto tentando di comprendere la modernità tarda e caotica.

[Roberto Bertoni]