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A cura di / Ed. Roberto Bertoni.
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ISSN 2009-7123
19/03/11
Cameron Crowe, VANILLA SKY
[Open eyes. Foto di Marzia Poerio]
2001. Con Tom Cruise, Penelope Cruz, Cameron Diaz. Rifacimento di Aljandro Amenábar, ABRE LOS OJOS (APRI GLI OCCHI), 1997
Strano come VANILLA SKY abbia acquisito maggiore fama, sul circuito internazionale, dell'originale ABRE LOS OJOS, che non presenta differenze significative rispetto al secondo film, è non solo la serie di immagini ma anche il soggetto originale ad opera del regista Amenábar ed è interpretato tra gli altri dalla medesima Penelope Cruz del secondo film a soli cinque anni di distanza. Immaginiamo ragioni commerciali per questa riedizione, ma non siamo riusciti a trovare spiegazioni più approfondite.
Il motivo fantascientifico è quello reperibile anche in altra fantascienza recente, orientata sul rapporto tra sogno e realtà (per esempio in INCEPTION di Christopher Nolan, 2010), di attualità tanto perché rappresenta una realizzazione del confine tra meccanico e biologico (macchine che consentono la vita nel sogno), quanto perché si orienta su uno dei possibili mondi composti di realtà concreta e virtuale assieme.
Ogni riedizione tecnologica degli schemi narrativi ha al contempo radici nel repertorio dei prototipi arcaici, in questo caso la realizzazione del desiderio di vissuto insito nei sogni e la possibilità dell'incubo e del perturbante propri di tante storie del fantastico tradizionale.
Nella versione di Crow, il ricco protagonista si chiama David. La narrativa, retrovertita, lo coglie in carcere, accusato di omicidio, a raccontare a uno psicologo la sua storia. Innamoratosi di Sofia e scatenando perciò la gelosia di Julianna, quest'ultima provoca intenzionalmente un incidente d'auto suicidandosi e provocando danni gravi al volto di David, il quale mette in crisi da quel momento la propria vita professionale.
Contraddizioni e confusioni nel racconto lasciano lo spettatore perplesso sul corso degli avvenimenti, narrati con la logica fluttuante dei sogni, finché si assiste allo scioglimento tramite la spiegazione: mentre David sogna, gli viene spiegato che si trova in un sogno 150 anni dopo il decesso per suicidio provocato da un incidente che lo aveva sfigurato e tenuto in vita oniricamente da una ditta cui si era rivolto finché non fossero esistite tecnologie capaci di salvarlo e che effettivamente esistono in questo futuro in cui gli viene data l'opportunità di rivivere nella realtà o continuare a sognare rettificando il meccanismo che ha trasformato in un incubo il sogno scelto 150 anni prima. Il film si conclude con il protagonista che apre gli occhi, la stessa frase che gli dice la sveglia all'inizio nel sogno.
[Renato Persòli]